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 2016  agosto 03 Mercoledì calendario

Fedez, perché lo hai fatto?

Premesso che ho un debole per i suoi giochi di parole e l’arguzia di certe sue rime («arrivi portando brividi e scappi lasciando lividi»), mi domando perché un giovanotto avveduto come Fedez abbia avvertito il bisogno di mostrare al mondo intero, tramite Facebook, le foto della propria piscina scavata in cima a un grattacielo che già per il solo fatto di trovarsi a Milano non potrà che essere «esclusivo». Molti seguaci del cantante-che-parla lo hanno tacciato di incoerenza: se fai i soldi criticando il capitalismo, poi dovresti evitare di ostentarne i simboli. Più in generale, le foto hanno prodotto il solito conato di invidia sociale, che non è uno dei tratti della nostra epoca ma di tutte le epoche, specie in questo Paese ipocritamente cattolico che non ha mai considerato la ricchezza un premio di cui vantarsi ma un privilegio di cui vergognarsi.
Il web non ha inventato l’invidia sociale, però ha sancito la fine del divismo. Una divinità è tale finché abita su un Olimpo inaccessibile. Mentre il web è l’esatto contrario dell’Olimpo. Rende orizzontale ciò che un tempo era verticale. Perciò i veri divi se ne tengono alla larga. Il web è la Terra. E quando un divo scende sulla Terra ci trova gli esseri umani. Armati di vaffa.