Il Sole 24 Ore, 2 agosto 2016
Stampubblica ora è realtà. De Benedetti resta al comando
Il gruppo Cir della famiglia De Benedetti manterrà saldamente il controllo del Gruppo L’Espresso che riceverà in dote Itedi (che edita La Stampa e Il Secolo XIX). John Elkann e Carlo Perrone, però, a cose fatte entreranno nel Consiglio di amministrazione. La designazione di presidente, ruolo ora ricoperto da Carlo De Benedetti, e amministratore delegato rimarrà comunque affidata a Cir.
A cinque mesi dalla lettera d’intenti con l’annuncio dell’integrazione è arrivata la firma dell’accordo quadro fra Gruppo Editoriale L’Espresso e Itedi con tanto di fissazione del concambio e patti parasociali. Closing previsto entro marzo 2017
Nei fatti, si tratta dell’avvio concreto del percorso che porterà alla nascita di un colosso della carta stampata che edita al momento La Repubblica, La Stampa, Il Secolo XIX e 18 testate locali (oltre a un settimanale e tre radio). «Le due società editoriali nel 2015 hanno registrato complessivamente ricavi pari a 750 milioni di euro» e «non sono gravate da debiti», si legge nelle note di ieri. Oltre a Gruppo L’Espresso e Itedi a mettere la sigla sotto l’accordo sono stati Cir (azionista di controllo del Gruppo L’Espresso), Fca e Ital Press della famiglia Perrone. Questi ultimi due, azionisti di Itedi (77% Fca e per il 23% della famiglia Perrone), conferiranno il 100% delle azioni Itedi a fronte di un aumento di capitale riservato.
I buoni rapporti fra John Elkann e Rodolfo De Benedetti, presidente di Cir hanno molto pesato in positivo in questi mesi nella definizione dell’operazione, unitamente al lavoro fatto dall’ad di Cir e Gruppo L’Espresso, Monica Mondardini. Ora, come da tabella di marcia, il perfezionamento dell’accordo quadro è previsto entro marzo 2017, con assemblea straordinaria del Gruppo L’Espresso per approvare l’integrazione, «subordinatamente all’ottenimento delle necessarie autorizzazioni da parte delle competenti autorità».
Al closing Cir deterrà il 43,4% del capitale sociale del “nuovo” gruppo L’Espresso, con Fca al 14,63% e Ital Press al 4,37 per cento. Sulla falsariga di quanto fatto con Rcs la casa automobilistica distribuirà le quote ai propri azionisti e a valle di questa distribuzione Exor, la cassaforte della famiglia Agnelli, deterrà il 4,26% di azioni (poco meno quindi del 4,37% di Perrone), con 10,37% per altri azionisti Fca e 37,60% di flottante. Contrariamente a quanto accaduto con l’operazione Rcs, Exor manterrà invece la partecipazione per almeno tre anni.
Da ora, intanto, tutto è pronto per l’iter che dovrà portare ai nulla osta delle Autorità per l’operazione. Antitrust e Agcom dovranno pronunciarsi. La prima dovrà verificare l’impatto sul mercato e sui mercati rilevanti essendo il conferimento di Itedi nel Gruppo L’Espresso un’operazione “sopra soglia”. Per quanto riguarda Agcom, per il settore editoria le norme finalizzate a garantire il pluralismo ed evitare forme di concentrazione (legge 416/1981, successivamente modificata ed integrata soprattutto dalla legge 67/1987), indicano come colonne d’Ercole il limite del 20% della tiratura complessiva dei quotidiani in Italia, ma anche oltre il 50% delle copie tirate dai quotidiani «aventi luogo di pubblicazione nella medesima area interregionale». Il limite al momento non è rispettato, ma il closing è previsto per il primo trimestre 2017 e quindi è allora che andranno fatti i conti. E l’anno che farà testo sarà il 2016. Su questo versante è impossibile avere conferme, ma i rumors di mercato indicano che il Gruppo starebbe pensando di vendere testate locali per avere la certezza assoluta di rientrare nei limiti. Si è fatto il nome de “Il Centro” di Pescara (e di un interessamento del gruppo di Carlo Toto) e de “La Città di Salerno”. Si vedrà, ma comunque tutto dovrà accadere entro la fine del 2016. Intanto il sindacato dei giornalisti Fnsi ieri con una nota ha voluto «ribadire il proprio impegno affinché le inevitabili economie di scala che seguiranno a tale operazione di aggregazione non si traducano in tagli all’occupazione».
L’impalcatura dell’operazione è legata infine a patti parasociali che avranno durata triennale. «Con la sottoscrizione di questi patti – si legge nelle note dei gruppi interessati – la famiglia Perrone, attraverso Ital Press Holding, ed Exor (che come detto non cederà le azioni per tutta la durata del patto, ndr.) intendono confermare la volontà di contribuire allo sviluppo di un progetto editoriale innovativo con prospettiva di lungo termine». In base ai patti c’è l’impegno a un componente di nomina Exor in Cda, l’impegno di Exor a presentare e votare un’unica lista con Cir oltre all’ingresso in Cda di John Elkann e Carlo Perrone. Ancora non sarebbe stata presa alcuna decisione sulla modalità, se con sostituzione o aumento dei consiglieri. Il cda del Gruppo L’Espresso (in scadenza nel 2018) è a 11 componenti e per statuto può salire fino a 19. Necessario però che la maggioranza sia di indipendenti, trattandosi di società quotata controllata da un’altra quotata.