MilanoFinanza, 2 agosto 2016
Per i Lavazza il caffè non è amaro, anzi
Per i Lavazza il caffè non è amaro, anzi. Qualche giorno fa, infatti, l’assemblea di Finlav, holding di famiglia controllata dalle due accomandite Alberto Lavazza & C. e Emilio Lavazza & C che raggruppano i diversi rami della dinastia torinese, ha deliberato la distribuzione di un dividendo complessivo di 24,8 milioni di euro, raddoppiato rispetto ai 12,2 milioni distribuiti lo scorso anno. I 12,6 milioni di utile civilistico sono stati registrati nel corso del 2015 dopo che 631 mila euro sono stati riportati a nuovo aggiungendosi ai già esistenti profitti pregressi di 217,3 milioni e da qui è stato attinto il cedolone pari ad un dividendo di 0,074 euro per ciascuna delle 335 milioni di azioni. ù
Finlav controlla la società operativa industriale Luigi Lavazza, che, a bilancio per 445 milioni, ha garantito un monte dividendi di 12,8 milioni a fronte di un utile che nel giro di un anno è salito da 683,5 a 801,6 milioni di euro principalmente per effetto della plusvalenza sulla cessione di 13 milioni di titoli del gruppo statunitense Keurig Green Mountain. La holding, alla cui presidenza è stata confermata Antonella Lavazza, ha presentato anche un bilancio consolidato che presenta un utile migliorato anno su anno da 125,7 a 801,6 milioni (per la già citata plusvalenza) su ricavi progrediti del 9,6% da 1,34 a 1,47 miliardi di euro, un ebitda in calo da 225 a 146 milioni così come l’ebit diminuito da 156 a 71 milioni. La quota del fatturato realizzato all’estero è salita dal 49,6% al 53%. Va infine ricordato che all’inizio di quest’anno il gruppo Lavazza ha acquisito il marchio francese di caffè Carte Noire, di proprietà di Mondelez e Douwe Egberts, sborsando 700 milioni anche grazie a un corporate loan bancario di 400 milioni a cinque anni.