la Repubblica, 2 agosto 2016
In un asilo di Milano i bambini venivano picchiati, legati e presi a morsi. Arrestati titolare ed educatrice
Venticinque episodi di maltrattamenti e di violenza a bambini dell’asilo nido «comprovati» dai carabinieri, solo negli ultimi 3 mesi. Il titolare e la sua fidanzata educatrice arrestati per maltrattamenti aggravati e lesioni con la convalida del gip Stefania Pepe che ha scelto di accogliere la richiesta del pm Gianfranco Gallo: dopo 4 giorni di carcere lui è stato rimesso in libertà, con interdizione per 12 mesi dall’attività professionale, e lei ai domiciliari.
Il blitz che ha portato al fermo dei due era scattato dopo il venticinquesimo episodio che è quello del morso dell’educatrice a un bimbo di due anni, la mattina del 27 luglio, due giorni prima che l’asilo chiudesse per le ferie d’agosto. L’attacco dell’educatrice che perde la pazienza e morde il bimbo tra l’orecchio e la guancia dopo avergli chiesto di fare delle cose che il bambino non fa (anche perché non pare in grado, così piccolo, di farle) è il gesto che fa scattare la flagranza del reato. La lesione è evidente, una ferita tra il piccolo orecchio, la guancia e lo zigomo. C’è un carabiniere che ha visto tutto in diretta dalla sua scrivania, che si alza e fa scattare l’intervento. Il militare quella mattina è all’interno della caserma di Greco Milanese e sta guardando le immagini di quello che sta avvenendo dentro l’asilo. Ha tutto davanti agli occhi da due mesi, ormai. Le telecamere sono nascoste, assieme a dei microfoni, da dopo che a fine aprile due ragazze poco più che ventenni avevano deciso di andare a raccontare ai carabinieri quello che avevano visto: che in quell’asilo nido, «da dove ce ne stiamo per andare perché ci licenziamo», c’erano comportamenti aggressivi contro i bimbi, e metodi coercitivi. Le vittime sono 9 dei 14 bambini che quest’anno erano iscritti al BabyWorld Bicocca, asilo nido privato aperto in franchising il primo febbraio 2014 in viale Sarca, vicino alla zona universitaria della Bicocca, da una coppia che convive a Monza: Enrico Luigi Piroddi, 35 anni, sardo, laureato in sociologia, e Milena Ceres, 34, origini campane, che di lauree in tasca ne ha due: in scienze dell’educazione e della formazione e in lettere e filosofia.
Confida un carabiniere: «Guardi, io gliel’ho anche chiesto, a Piroddi: ma tu hai capito qualcosa di quello che hai studiato? È rimasto muto. Lui e la fidanzata ritengono di aver utilizzato dei metodi educativi, che tutte queste accuse sono esagerate». Ma i riscontri dei maltrattamenti sono arrivati subito, spiegano i carabinieri: «Già dalle primissime fasi delle indagini abbiamo visto questa educatrice alterarsi, innervosirsi, urlare, diventare anche manesca. Sempre quando i bambini piangevano o non volevano mangiare», spiegano il comandante della compagnia di Porta Vittoria, Maurizio De Angelis, e il maresciallo Raffaele Vitale alla guida della stazione dei carabinieri di Greco Milanese. Raccontano di «imboccamenti forzati, strattoni, tirate di orecchi, sberle, punizioni, bambini bloccati con le cinghie dei seggiolini, attaccati così alle culle o a piccole sdraio e chiusi in bagno al buio». Azioni che vedevano protagonista Milena Ceres, spesso sotto agli occhi del suo fidanzato, il titolare che era solito preparare il pranzo ai bimbi e a volte, mentre con la scopa in mano dava una passata al pavimento, si fermava e osservava inerme la sua compagna. Indagate le due educatrici che avevano preso il posto delle precedenti, quelle che avevano segnalato tutto ai carabinieri.