Corriere della Sera, 31 luglio 2016
Sui droni
L’invenzione del drone è veramente utile? L’altro giorno stavo leggendo sul terrazzo e all’improvviso ho avvertito un fastidioso ronzio, come di un piccolo ma rumoroso elicottero. Alzato lo sguardo ho visto uno strano oggetto volante, al confine tra un ufo e un frullatore che, vagando minaccioso in alto sulla mia testa, tra gli alberi, svolazzava su casa nostra, sul giardino, in cielo, sul parco pubblico. Impaurita e molto seccata, mi sono sentita dolorosamente impotente, non sapendo a chi rivolgermi per far cessare quella sconcertante intrusione. Mi chiedo se esistano delle leggi che regolamentino l’uso dei droni, perché altrimenti nel prossimo futuro ci ritroveremo popolati da questi terribili e inutili oggetti volanti. Qualcuno ritiene che i droni possano servire a trasportare pacchetti velocizzando le consegne; ma se siamo vissuti benissimo fino ad oggi senza questi mostriciattoli, dando lavoro a uomini e donne che ci consegnano con vari mezzi qualsiasi tipo di merce! Personalmente reputo i droni utili soltanto in campo militare, ma sempre con un’attenta legislazione, onde evitare spiacevoli e pericolosi incidenti. E non si dica che i droni servono per filmare panorami, perché con quel sistema si invade la privacy di tutti noi!
Antonella Billi antonellabilli@hotline.com
Cara Signora,
Il drone, per il momento, è ancora una invenzione alla ricerca della sua funzione civile. È piaciuto subito alle forze armate americane perché è arrivato sui campi di battaglia al momento giusto, in una fase caratterizzata da una molteplicità di conflitti, ma anche dalla crescente intolleranza delle società nazionali per la morte in guerra dei propri cittadini. Il drone è manovrato da un pilota in camicia bianca che siede di fronte allo schermo di un computer a qualche migliaia di chilometri di distanza. Produce quelli che vengono chiamati eufemisticamente «danni collaterali», ma si è dimostrato complessivamente piuttosto preciso e, soprattutto, non espone il suo operatore ad alcun rischio.
Quanto alle sue funzioni pratiche e civili, quella di consegnare pacchetti sembra anche a me poco interessante. Ma prima o dopo il drone farà certamente cose più utili. Quali siano ce lo diranno i mercati, la fantasia degli esseri umani, il genio dei tecnici e dei ricercatori. Vi è sempre, per ogni invenzione, una fase iniziale in cui la nuova «macchina» suscita una combinazione di curiosità, scetticismo e sospetto, se non addirittura ostilità; come accadde in Inghilterra agli inizi della rivoluzione industriale quando i tessitori insorsero contro i telai meccanici. Aggiungo che una delle prime leggi approvate dal governo britannico dopo l’apparizione di autovetture sulle strade del Regno Unito, all’inizio del secolo scorso, fu quella che sanciva l’obbligo per ogni autista di essere preceduto da una sorta di apristrada munito di una lampada rossa.
Ma vi è anche la fase successiva in cui una intera generazione scopre la pratica utilità della invenzione e contribuisce, con la diffusione del suo uso, a renderla sempre più pratica e razionale.