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 2016  luglio 31 Domenica calendario

L’estate del 1973 raccontata da Corradi. Quando viaggiare era un inferno

Stralcio dall’articolo intitolato «Il “calvario” degli italiani che partono per le vacanze» pubblicato sul Corriere del 14 giugno 1973.
Offensivo pubblicizzare che si possono comprare cuccette e posti auto per telefono. L’unico mezzo è andare a uno sportello. Ma appena si apre risulta già tutto esaurito e Ferrovie dello Stato hanno da qualche tempo attuato una campagna pubblicitaria di buona qualità e fantasia: secondo prospetti, manifesti e slogans non ci sarebbe mezzo di trasporto al mondo comodo come i treni italiani. Il guaio è che tale campagna pubblicitaria fornisce agli utenti o ai potenziali utenti delle ferrovie un’immagine troppo rosea se non addirittura falsa del servizio che le ferrovie mettono a disposizione del pubblico.
Questo servizio continua in realtà ad essere pessimo nonostante le ripetute promesse ed i piani di miglioramenti di fondo di cui tanto si parla e nulla si vede (...).
E pensare che l’apparato delle nostre ferrovie costa al Tesoro la bellezza di mille miliardi l’anno. Quante aule, quanti letti d’ospedale se ne potrebbero ricavare? (…). Cuccette e vagoni per auto sono disponibili in una misura che valutare a metà delle richieste è già troppo ottimista. È non solo inutile, ma dannoso e offensivo per il pubblico, pubblicizzare la possibilità di prenotare cuccette o posti auto per telefono, quando – ottenuta la linea dopo ore di tentativi – vi si risponde che l’unico mezzo per prenotarsi è quello di fare la coda ad un qualche sportello. Per esperienza personale siamo poco ottimisti.
Sorge il sospetto
È grottesco, quasi: ma sul terreno dei fatti accade che trascorso qualche minuto dopo l’apertura di uno sportello al quale prenotare viaggi con auto per sessanta giorni più tardi – ossia all’immediato inizio del tempo possibile per la prenotazione – risulta che tutti i posti sono già stati prenotati (…). Viene quasi da sospettare che esistano una o più mafie per la prenotazione (…).
Può anche capitare che il posto per l’auto vi sia, ma non si è in grado di garantirvi talvolta nemmeno il posto a sedere – assurdo è parlarne per il traghetto Civitavecchia-Golfo degli Aranci, che allo stato degli atti potrebbe essere quasi definito un «vascello fantasma» (...). Certo, c’è stata (e continuerà a crescere) l’esplosione dei «ponti», c’è stato il prorompere delle ferie di massa, c’è stato il mancato scaglionamento delle vacanze. Ma rimane il fatto che le nostre ferrovie, tolti i rifacimenti delle distruzioni belliche, si sono limitate per cinque lustri a fare della normale amministrazione là dove occorreva un’amministrazione straordinaria, e quanto straordinaria (…).
In questo poco promettente quadro che si abbozza alla vigilia dei grandi esodi, l’aviazione civile ha anch’essa un suo non allegro posto, rosa com’è da quell’inguaribile cancro che è e continua a rimanere l’aeroporto di Fiumicino. I cinque o sei o sette miliardi di deficit che la compagnia di bandiera registrerà nel bilancio consuntivo dell’anno scorso sono per una buona metà frutto della miopia con la quale vari nostri governi hanno visto il problema delle comunicazioni aeree civili. Da noi si costruivano transatlantici quando occorreva costruire aeroporti, veri aeroporti.
Si è letto sui giornali che la seconda pista di Fiumicino è terminata e molti devono aver supposto che la si sia già adibita al traffico. Cosi non è. Ora, volendo, si può servirsene per decollare. Ma non si può atterrarvi. Per atterrarvi occorrerà prima dotarla degli apparati di radioassistenza; il che avverrà soltanto quindici mesi dopo che siano stanziati e resi disponibili i fondi relativi; il che, a sua volta, non è ancora stato fatto. Si sperava, mesi fa, che i lavori di riattamento della vecchia aerostazione sarebbero terminati in giugno.
L’esempio di New York
Se tutto andrà bene termineranno invece tra luglio e agosto; e cioè a stagione turistica praticamente finita. L’Alitalia – non poteva far altro – ha provveduto a contingentare i voli, cioè a ridurli di numero.
Succede così che chi voglia partire da Milano per Roma con i primi voli del mattino debba prenotarsi tre giorni prima per avere il posto. Quando avrà fine questa situazione? (…). Quando il sistema delle procedure e delle rotte di decollo e atterraggio a Fiumicino sarà ammodernato secondo nuovi concetti.
Nuova York, cinque anni fa, si trovava nella stessa situazione di ingorgo di Fiumicino. Rinnovati impianti e instaurate nuove procedure, la crisi si è risolta. Per operare alla stessa maniera a Fiumicino sembra mancare la buona volontà, se non peggio. Chissà se i nostri figli riusciranno un giorno a viaggiare per strada o per ferrovia o nave o aereo, in Italia, con un minimo di agio. Se si va avanti così non vi arriveranno forse nemmeno i nostri nipoti ora bambini.