la Repubblica, 31 luglio 2016
Anche Zenga vola in Inghilterra
A Wolverhampton non hanno preso benissimo l’annuncio del nuovo allenatore: “Walter Zenga chi?”. Reazione curiosa per la squadra di un distretto da 250mila abitanti disperso nelle Midlands occidentali. D’altronde è passata una vita da quando l’Uomo ragno volava tra i pali dell’Inter dei record, e i risultati più recenti da tecnico non è che parlino per lui (esonerato da Samp e Palermo, 6°, 2° e 3° negli Emirati). Eppure, agli orgogliosi inglesi i tecnici italiani sembrano piacere parecchio: sono sei in tutto, quattro hanno colonizzato la Premier, gli altri due cercheranno di meritarsela partendo dalla Championship, la seconda divisione.
I Wolves di Zenga nella serie B inglese (dove galleggia pure il presidente sardo del Leeds, Cellino) sfideranno Roberto Di Matteo, scelto dalla nuova proprietà cinese dell’Aston Villa: lui, a differenza del collega, qualche chance di lottare per la Premier ce l’ha. Lì li aspettano altri “paisà”: Ranieri, quasi un apripista 16 anni fa, s’è addirittura concesso l’azzardo di vincere con il modesto Leicester. Cavalcando quella favola, lo Swansea s’è affidato già da gennaio a Guidolin, ricambiato da una salvezza praticamente impossibile. Da qualche settimana li ha raggiunti pure Conte, che ha ritrovato l’azzurro Italia sulla divisa Blues del Chelsea. Lui a Londra ha già lasciato il segno: «Nessun allenatore ci ha mai fatto lavorare così», giurava stremato Courtois. Magari dovrà migliorare con l’inglese, come l’altro Walter “inglese”, Mazzarri, diventato fenomeno virale al Watford per una conferenza stile “the pen is on the table”. I suoi calciatori ridono meno, innervositi dal ritiro a porte chiuse in un castello: «Abitudine solo italiana». L’impressione è che dovranno abituarsi.