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 2016  agosto 01 Lunedì calendario

A Rio si nuoterà in acque sporche (e non è una metafora)

Copacabana è una delle spiagge più famose del mondo, scelta come impianto per le gare di fondo. C’è la parte dove i caimani nuoteranno che è stata ripetutamente al centro delle polemiche per l’eccessivo inquinamento e gli alti rischi per la salute? Mentre i brasiliani protestano sullo specchio d’acqua da cartolina, meta del turismo mondiale, gli organizzatori stanno cercando in tutti i modi di spegnere le preoccupazioni e garantire che le 10 km di ferragosto (donne) e del 16 agosto (uomini) siano disputate con parametri di sicurezza almeno sufficienti. In questi anni s’è parlato persino di trasferire il campo gara altrove, con tanto di lettere della Fina al comitato ed al sindaco di Rio, Paes, perché si facesse di più per rendere le acque trasparenti, in una zona dove hanno trovato di tutto, persino cadaveri, dove la spazzatura, i rubinetti ed ogni tipo di sporcizia sono venuti impietosamente a galla.
VACCINI Tre azzurri gareggeranno con ambizioni non nascoste a Copacabana: la toscana Rachele Bruni, campionessa europea e regina di Coppa del Mondo della specialità ed in questi giorni ancora in Messico, il marchigiano Simone Ruffini, campione del mondo della 25 km, qualificatosi a Kazan nel 2015 con il compagno di allenamenti a Roma, il lodigiano Federico Vanelli. «A Copacabana – ammette il tecnico Emanuele Sacchi – la situazione è ora meno critica di un anno fa quando abbiamo sostenuto dei test gara e allenamenti, l’inquinamento è più o meno come da altre parti e comunque richiede estrema attenzione. La temperatura dell’acqua varierà a seconda delle correnti ma comunque l’opportunità di far disputare la gara con la muta è stata accantonata per il futuro, forse già alla prossima stagione». Precauzioni? «I ragazzi hanno fatto la profilassi classica, cioè antifitica e anti epatite, in più useranno spray repellenti per le zanzare, e faranno molta attenzione all’alimentazione». Certo Copacabana presenta uno scenario ed un’atmosfera diversi rispetto a quattro anni fa ad Hyde Park, dove Martina Grimaldi raccolse un favoloso bronzo, unica gemma del nuoto azzurro. Ora Ruffini è il leader del movimento e sul problema inquinamento aggiunge: «Le condizioni del mare ovviamente non sono ottimali, per dire non sono lontanamente paragonabili alla trasparenza dei nostri mari ma queste sono le condizioni e bisognerà gareggiare lo stesso. Aggiungo che abbiamo gareggiato in posti peggiori e cercheremo di non avere problemi legati alla sicurezza, a Copacabana cercheremo di dare comunque il meglio».
LOCATION Lo spicchio di spiaggia delle gare di fondo è il cosiddetto posto 6, tra il forte e l’Arpoador, zona in cui lavorano le scuole nuoto in mare tra cui quella di Luiz Lima. È la zona di allenamenti anche dei triathleti. Curiosamente si vedono spesso persone arrivare ed entrare in mare con la...scorta. Ad agosto l’acqua è tendenzialmente più calda, raggiunge i 22-23 gradi e le mareggiate sono frequenti come in questi giorni di incidenti. L’obbligo del vaccino non è stato ufficialmente imposto, ma ogni nazione s’è regolata secondo le indicazioni dei diversi medici.
SORPRESE E le gare? Non c’è dubbio che la nazionale brasiliana con i diversi medagliati vorrà imporsi nella prevedibile tonnara a 25, sarà una battaglia di gomitate con un mare che potrebbe essere appunto tempestoso. Forse è la bellezza stessa di questo nuoto in acque libere ed in cui bisogna saper affrontare le correnti, saper nuotare risparmiando energie, saper essere bravi tra le boe e prendere i giusti riferimenti: perché le condizioni cambiano ogni cinque minuti. In questa imprevedibilità, Ruffini si presenterà gasato dal titolo iridato: «A Rio si torna al vero fondo,in questi anni abbiamo nuotato nei bacini chiusi, adesso le correnti stravolgeranno i piani. Paura delle meduse? In mare aperto puoi trovare di tutto, anche i tronchi d’albero mi raccontò una volta Viola Valli. Ma la gara potrebbe essere anche tattica. Saranno comunque emozioni per tutti, io e Vanelli magari veniamo considerati poco, ci snobbano un po’, siamo visti come degli outsider. A Kazan lo ero, e mi son portato a casa una medaglia d’oro. Qui a Santos stiamo crescendo molto, è tutta la stagione che lavoriamo bene e sereni. Serve esperienza, un bagaglio che ho riempito molto in questi anni, e cuore, tanta ambizione. Una medaglia darebbe lustro al fondo». Cosa ricorda dei test? «Quando abbiamo nuotato qui c’era poca gente, non si era ancora mossa la macchina organizzativa anche perché non si poteva bloccare una delle spiagge più famose del mondo». I fondisti ora a Santos, non abiteranno al Villaggio, che dista 2 ore e per timore del traffico ma in appartamenti in zona gara. In questi giorni sta studiando qualcosa di eclatante: «Sto provando dei calzini». Passa dall’immagine della Madonna a quella dello squalo. «Magari è una cavolata, purché si parli di noi». Non di inquinamento...