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 2016  agosto 01 Lunedì calendario

Quei tifosi in cerca solo di un padrone che lasci una mancia. A proposito di Milan e Inter

È un’estate molto contraddittoria, forse la più complessa che si possa ricordare, peccato che la stiamo semplificando solo con i colpi di cannone della Juve. Faccio un esempio. Si discute molto sulla chiusura dell’affare Milan, ma nessuno si domanda perché siamo passati dalla vendita del 48 per cento, al 70, poi all’80 e infine al cento per cento. Quali idee, quali progetti sono stati dietro a questo cambio di strada? Cosa significano?
Forse il calcio è bello per questo, giocare con le cose dei grandi trattandole tutte come fossimo bambini. Basta un acquisto per cambiare prospettiva. È bravo chi porta un giocatore, non come o a che prezzo. Cioè il contrario dell’onestà di base, della trasparenza che vogliamo nella vita. Si dice che i tifosi sono così, hanno il diritto della pelle, ma è un diritto greve. Pochi giorni fa un po’ di gente è andata a casa di Berlusconi per avere chiarimenti. È la stessa gente che per chiarezza lo ha invitato ad andarsene poche settimane fa e non si rende conto adesso che così facendo ha perso per sempre quel diritto. Cosa faranno il prossimo anno, andranno a protestare in Cina?
La realtà è che nessuno ha difeso il Milan (o l’Inter), il vecchio concetto di Milan o Inter, nemmeno la loro gente. In questa estate volgare contano solo i soldi che i nuovi possono portare. E non importa chi siano, persone nobili o affaristi, conta solo se Bacca accetta il West Ham o arriva Candreva. Questo è tifo? È amore per la propria squadra? È coscienza di classe? O è solo cercare un padrone che lasci una mancia? Il Milan e l’Inter si stanno vendendo, sono stati venduti a paesi quasi favolistici e la gente pensa al broncio di Mancini e Montella. Non assomiglia tutto a una straordinaria ignoranza, a una sconfitta comune? Perché se accetti il valore universale di una cessione del genere, non puoi fermarti ai tempi tecnici dei contratti. Esistono, sono dovunque, cosa cerchi amico tifoso? Devi solo aspettare, come qualunque azienda. O c’è qualcosa di più, per esempio capire che era meglio quando si bussava alla porta del padrone saltando i sindacati, un vecchio calcio che non poteva essere muto davanti ai salotti buoni della città? Quella era una battaglia da fare. Sarebbe stata almeno nobile, avrebbe difeso qualcosa. Oggi basta che uno porti Candreva, o Mancini accetti sorridendo i suoi cinque milioni all’anno o Bacca trovi una squadra, poi le cose si aggiustano, i sentimenti ritrovano soddisfazione. È questo il nuovo calcio, una squadra degli altri. Abbiamo barattato promesse con la storia di noi stessi. Ora può succedere qualunque cosa. Forse aveva ragione il buon Machiavelli, mai mettere se stessi nelle mani di uno stadio.