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 2016  agosto 01 Lunedì calendario

Da oggi Virginia Raggi ha 20 giorni per pulire Roma

C’è il bagno di folla coi cittadini, sotto Palazzo Senatorio, che attendono di essere «guidati» dentro il Campidoglio dalla sindaca nell’insolita versione di «Cicerone». C’è la difesa a spada tratta di Paola Muraro, assessora all’Ambiente nel mirino per le sue consulenze passate all’azienda dei rifiuti (Ama). Ma, in Virginia Raggi, da ieri comincia a trapelare anche un po’ di fretta. Perché oggi è il primo agosto e perché, da oggi, la sindaca ha 20 giorni di tempo per la sua prima prova: pulire la città, scongiurare almeno momentaneamente l’emergenza rifiuti che ciclicamente torna e che con l’estate è riemersa. Il 20 agosto è la scadenza che l’Ama ha dato al piano di ripulitura presentato al Comune che glielo ha energicamente richiesto.
L’altro fronte è quello giudiziario, con le polemiche sul ruolo pregresso dell’assessore. Il Pd ne chiede le dimissioni, le opposizioni vogliono un consiglio straordinario e Raggi fa capire che potrebbe rispondere in aula già oggi, quando presenterà le linee programmatiche: «Vado a riferire? Certamente. Del resto siamo ancora in attesa di un consiglio straordinario su Mafia Capitale...», è il contrattacco. E il ruolo della Muraro? «Sta facendo un ottimo lavoro. Le dimissioni? Considerando che le chiede il Pd direi che è piuttosto bizzarro. Pd e Pdl hanno gestito l’Ama per anni: è come se criticassero se stessi». E se fosse la Muraro a mollare? «Signori, lasciateci lavorare...», è la chiusa.
Di certo, da oggi, parte il conto alla rovescia. Come si può, in appena tre settimane, uscire da un problema che riguarda tutti i quartieri? Basta farsi un giro per capire la gravità della situazione: per strada ormai si può trovare di tutto, dai materassi ai televisori, dagli avanzi di cibo ai topi morti. L’aria, in certe zone, è davvero irrespirabile. Per centrare il risultato, si confida in due fattori: intanto che, ad agosto, la città in genere produce il 20% di rifiuti in meno e poi che tutti gli impianti a disposizione (compresi quelli di Frosinone e Latina, quello di Avezzano, quello Acea a San Vittore) funzionino.
E, in tutto questo, c’è un’azienda dei rifiuti il cui cda – o quello che ne rimane: in carica ci sono due membri su tre – è dimissionario, senza direttore generale e senza altri dirigenti apicali. Il presidente Daniele Fortini il 4 agosto andrà via definitivamente e, a meno che i Cinque Stelle non abbiano la soluzione già dentro casa, l’Ama potrebbe restare acefala. Chi porterà avanti il piano fino al 20 agosto? «Ci penseranno i dirigenti...», fanno sapere.
Se così sarà però, superata questa fase di emergenza, Raggi, Muraro e i Cinque Stelle dovranno pensare al futuro. Come si è detto, il Comune deve scegliere cosa fare nell’assemblea dei soci del 4 agosto, quando Fortini ribadirà le sue dimissioni: il Campidoglio può anche rifiutarle e costringerlo a rimanere. Altrimenti, deve scegliere un nuovo management per Ama: amministratore unico o cda? Guida interna all’azienda (era stata ventilata anche l’ipotesi di un direttorio a tre, irrealizzabile) o esterna? I romani, intanto, aspettano. E sperano che l’immondizia, dopo il 20 agosto, non sia più un problema.