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 2016  luglio 30 Sabato calendario

Dal Vietnam all’Afghanistan, le sviste degli Usa

Le vorrei chiedere perché la guerra nel Vietnam ha suscitato tanta riprovazione, tante canzoni (vedi Joan Baez che poi si è dimenticata, chissà perché, i lager vietnamiti e i boat people) mentre la guerra, l’invasione russa dell’Afghanistan non ha suscitato quasi niente allora e nessun ricordo adesso? Trovo qualcosa di ipocrita in questi sdegni (che poi fruttano soldi, popolarità e approvazione) e nelle corrispettive (e opportune) dimenticanze. Che è poi quello che succede ed è sempre successo al mondo.
Francesco Spinelli
steigerfra@gmail.com

Caro Spinelli,
Fra i due conflitti esistono alcune analogie, ma anche importanti differenze. In entrambi i casi gli Stati Uniti reagirono come se la nascita di un Vietnam comunista e l’occupazione sovietica dell’Afghanistan potessero contagiare l’intera Asia sud-orientale. In Vietnam inviarono un corpo di spedizione perché erano convinti di avere una imbattibile superiorità militare. Divennero invece prigionieri di un conflitto che durò sino al 1975 ed ebbe conseguenze disastrose: una guerra perduta, 50.000 morti e un diffuso malessere sociale, soprattutto fra i giovani soggetti al servizio militare. Le ricordo che due futuri presidenti, Bill Clinton e George W. Bush, riuscirono a evitare la guerra e che il malumore diffuso nella società indusse il governo, nel 1973, ad abolire la leva.
I fatti dimostrarono che i calcoli della dirigenza politica erano sbagliati. Anziché diffondere il marxismo-leninismo in Asia, la nascita di un Vietnam comunista ebbe l’effetto di mettere in luce i forti contrasti che esistevano fra Hanoi e Pechino.
In Afghanistan, nonostante l’analisi politica di Washington fosse sostanzialmente la stessa, l’ipotesi della guerra non fu presa in considerazione. Gli americani sapevano che un intervento militare sarebbe rapidamente diventato un conflitto con l’Unione Sovietica e avrebbe aggiunto molti altri nomi a quelli già iscritti sul grande muro del Memoriale che sorge a Washington dal 1982 nei giardini del National Mall, il grande Viale monumentale che va dal Campidoglio al Memoriale di Lincoln. Anziché mandare soldati in Afghanistan, gli Stati Uniti preferirono armare i gruppi islamici insorti contro l’Armata Rossa. Ai finanziamenti per l’acquisto delle armi pensò soprattutto l’Arabia Saudita, mentre altri Stati musulmani assistevano i volontari desiderosi di andare in Afghanistan per combattere i sovietici.
È questo, caro Spinelli, il contesto in cui fece la sua prima apparizione un ricco saudita di origine yemenita. Si chiamava Osama bin Laden e la sua organizzazione era Al Qaeda (in arabo «la base») che negli anni Novanta avrebbe dichiarato guerra agli Stati Uniti. Tutto questo è ben noto agli studiosi, ai cronisti e ai politici. Là dove lei vede silenzio e ipocrisia, io vedo soprattutto calcoli sbagliati e madornali errori strategici.