La Stampa, 30 luglio 2016
L’ex banchiere e aspirante neobanchiere Passera dovrà rimanere in politica
La bocciatura del piano alternativo di Corrado Passera per Monte dei Paschi è una cattiva notizia, non sappiamo se per Monte dei Paschi, certamente per Passera e la sua serenità. La conseguenza, infatti, è che l’ex banchiere ed aspirante neobanchiere deve rimanere in politica a dire cose come «noi siamo l’alternativa al governo», «puntiamo al 50 per cento degli italiani che non votano più» e «dalle città può ripartire la buona politica». Sensatezze, probabilmente, ma che non hanno scosso il mondo dei partiti nonostante siano state pronunciate dalle sommità della leadership di Italia Unica, il movimento fondato da Passera nel febbraio del 2014. L’obiettivo era di rilanciare l’esperienza calvinista – l’etica laboriosa in politica – proposta con il governo tecnico di Mario Monti, di cui Passera era un’eccellenza reverendissima per la vasta titolarità dello Sviluppo economico, delle Infrastrutture e dei Trasporti. L’intelligenza precoce, solida e comprovata deve avere persuaso l’uomo che l’ascesa non fosse conclusa: soprannominato Mr. Wolf dal Financial Times, in paragone forse usurato col personaggio di Pulp Fiction, quello che «risolve problemi», o meglio, quello che arriva a eliminare i cadaveri a carneficina avvenuta, credeva probabilmente di applicare al Paese le capacità di pulitore d’aziende. E siccome alle Poste e a Banca Intesa, per fare due fortunati esempi, il lavoro di Passera era stato redditizio e applaudito, sarebbe ingeneroso dubitare che le soluzioni immaginate per il governo non fossero altrettanto efficaci. Purtroppo non è verificabile nemmeno quanto piacessero agli elettori, visto che Italia Unica non si è ancora presentata a una sola tornata elettorale, nemmeno a quella delle amministrative milanesi, a cui Passera voleva partecipare come candidato sindaco prima di concedere un più prudente appoggio al centrodestra di Stefano Parisi.
Quando ieri l’altro è uscita la notizia dell’interesse per i guai di Mps, tutti hanno pensato che Passera intendesse tornare al mondo nel quale sa muoversi come pochi e su cui era salito fino alle massime vette del potere. La malmessa Banca Intesa, ai cui vertici è chiamato nel 2002 da Giovanni Bazoli, diventa il primo istituto di credito italiano, e dopo la fusione del 2007 con San Paolo viene maliziosamente definita «la banca di Romano Prodi»; e nonostante lo si dica più per segnalare il servaggio della politica alla finanza che viceversa, Passera non è contento. Si considera emancipato da vecchie dinamiche, infatti organizza la cordata voluta da Silvio Berlusconi per evitare scalate francesi ad Alitalia e la finanzia con cento milioni di euro, tanto per dirne una. Passera piace a tutti, è utile a tutti, ma il gesto meraviglioso, un capolavoro di sberleffo, è la fideiussione di 806 milioni concessa a Berlusconi per il risarcimento alla Cir di Carlo De Benedetti dopo la sentenza sul Lodo Mondadori, vicenda che Passera aveva seguito ai tempi della guerra di Segrate proprio nell’interesse di De Benedetti.
Si capirà perché poi uno si prende delle licenze, si mette a parlare come un Davigo del credito, sfiora il sussiego segnalando che «il problema non è di una banca che fa troppo, semmai di una politica che, a volte, fa troppo poco». Nel 2011, l’anno che si concluderà con la sostituzione di Berlusconi con Monti, Passera va al Meeting di Comunione e liberazione di Rimini a raccontare quanto gli piacerebbe misurarsi con la politica, e va a un mitologico seminario di Todi sull’impegno dei cattolici nella vita pubblica dove, spiega, «abbiamo tracciato un quadro sulla situazione del Paese». Sono trascorsi soltanto cinque anni e quel quadro è rimasto appeso in salotto e Passera se lo guarda e se lo ammira mentre fuori c’è chi si prende delle rivincite. Lui continua a offrire analisi e ricette con una considerazione di sé non più confermata dal mercato, e di sera, nelle cene milanesi e romane, si diffondono meschini pettegolezzi sulle insaziabili ambizioni della seconda moglie, la bellissima Giovanna Salza. Di lei sappiamo per certo che è molto romantica, al pari di lui, che in una notte oscura le fece trovare una luna gonfiabile nel cielo del giardino. Ecco, se sei uno che vuole la luna, te la puoi cavare giusto così.