MilanoFinanza, 26 luglio 2016
«Vendete Deutsche Bank!»
Andate short su Deutsche Bank, perché la banca pubblicherà dopodomani, mercoledì 27 luglio, una trimestrale poco piacevole e rischia di non passare gli stress test dell’Eba venerdì 29. E il destino del colosso tedesco è di essere nazionalizzato. Lo ha spiegato Edward Misrahi, ex partner di Goldman Sachs e fondatore dell’hedge fund Ronit Capital, al canale finanziario Real Vision TV. Un’intervista che è rimbalzata prima sul sito di Business Insider UK e poi di Marketwatch (gruppo Wall Street Journal). Anche George Soros, all’indomani del referendum sulla Brexit, aveva detto di scommettere sul crollo del titolo.
Per quanto la situazione delle banche italiane sia un caos (“Total mess”), il manager preferisce scommettere al ribasso sulla tedesca Deutsche Bank. Il suo fondo è specializzato in mercati emergenti, ma alla domanda se c’è uno titolo importante sul quale andare al ribasso è proprio il colosso del credito. E per quale ragione? “Sta per essere nazionalizzato”, la risposta. E poi Misrhai ha proseguito spiegando: “È la migliore copertura di ogni possibile portafoglio. E lo si può fare. incredibilmente, acquistando opzioni put di tipo out-of-the money, non sono affatto costose. Lo trovo assurdo”. Si tratta di derivati che definiscono un prezzo al ribasso, sotto a quello cui scambia la banca (per esempio 25 euro se il titolo viaggia a 30), che aumentano di valore quanto più il titolo scende e si allinea al prezzo sul quale si è scommesso.
Lo scorso anno la banca tedesca ha chiuso il bilancio con una perdita di 6,8 miliardi di euro e sui conti continuano a gravare le gigantesche spese legali a seguito del coinvolgimento dell’istituto in alcune operazioni illecite come la manipolazione dell’indice Libor o del mercato dei metalli preziosi. Quello che però da tempo rappresenta il tallone di Achille sono i 30 miliardi di euro in titoli derivati classificati a livello 3. Ossia strumenti finanziari cui non si riesce a dare un prezzo perché non scambiati sui mercati e non equiparabili ad altri prodotti simili.
Su Deutsche Bank si è espresso di recente anche il Fondo Monetario Internazionale nel suo Financial Sector Assessment Program. “Tra le G-SIB (Globally systemically important banks), Deutsche Bank sembra dare il più importante contributo ai rischi sistemici, seguita da Hsbc e Credit Suisse”, ha scritto l’istituzione con sede a Washington, sottolineando che l’intero sistema bancario tedesco rappresenta la maggior minaccia di possibile contagio all’esterno dei propri rischi interni.
Lo scorso febbraio Deutsche Bank aveva dovuto rassicurare i mercati di essere in grado di ripagare i detentori dei bond dopo che un’analisi di CreditSights, citata da Bloomberg, aveva messo in evidenza che il colosso tedesco poteva avere problemi nel pagare le cedole sulle obbligazioni più rischiose (i cosiddetti CoCo-bond, obbligazioni convertibili in azioni quando i coefficienti patrimoniali scendono sotto le soglie fissate dalle autorità di vigilanza) in caso di risultati operativi deludenti o di costi per le cause legali in corso superiori alle attese.
Il 28 luglio, il giorno dopo la pubblicazione della triemstrale, la banca ha previsto una conference call con gli investitori obbligazionari.