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 2016  luglio 26 Martedì calendario

Il ventenne che ha fatto una strage a colpi di coltello in un centro per disabili a Tokyo: 19 morti e 26 feriti

Si è consegnato alla polizia alle tre della notte, ora locale (quando in Italia erano le otto di ieri sera). I capelli tinti di biondo, camicia e pantaloni neri, ha mormorato soltanto: «Sono stato io, l’ho fatto io». Il Giappone si è ritrovato, al mattino, in un clima simile a quello europeo: choc, paura, incredulità. Perché il giovane ventenne reo confesso ha ucciso almeno 15 persone, ferendone 45 in una struttura per disabili a Sagamihara, cittadina a ovest di Tokyo. La strage, probabilmente la più grave del dopoguerra in Giappone, non pare comunque un atto di terrorismo. Secondo le prime informazioni rilasciate dall’agenzia Kyodo e dal Japan Times, il giovane, di circa 26 anni, è stato un dipendente della Tsukui Yamayuri-en, sorta di day hospital per persone con disabilità.
Per ragioni ancora da verificare, con il favore del buio, il killer, armato di un coltello, si è introdotto nella struttura e ha cominciato a colpire all’impazzata, passando di stanza in stanza. Verso le 2.30 la vicina stazione di polizia ha ricevuto la chiamata di un altro dipendente che ha chiesto l’immediato intervento. Ma quando gli agenti sono arrivati l’assassino era già scappato, anche se la sua fuga è durata poco. Lui stesso, mezz’ora più tardi, si è presentato in commissariato ammettendo di essere il responsabile della folle carneficina. Tra i feriti, almeno 4 versano in gravi condizioni e il tragico conto delle fatalità potrebbe dunque aumentare. Soltanto a maggio, la popstar giapponese Mayu Tomita era stata accoltellata da un fan poco prima di dare un concerto a Tokyo perché lei non aveva voluto accettare un suo regalo. Da allora la giovane, di soli vent’anni, è in coma. A marzo altro episodio di sangue: cinque persone tra i 60 e gli 80 anni sono state uccise, sempre con un arma bianca, sull’isola di Awaji. Anche in quel caso l’assassino è stato arrestato.