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 2016  luglio 26 Martedì calendario

Il kamikaze di Ansbach aveva giurato fedeltà all’Isis • Salvini paragona la Boldrini a una bambola gonfiabile • Stefano Parisi è il nuovo coordinatore di Forza Italia • A Tokyo uno armato di coltello ha fatto strage in un centro disabili • Il turismo in Italia è cresciuto del 4, 4 per cento • La principessa araba in vacanza ad Alassi con 30 domestici e 45 bauli • Come gli animali si adattano a vivere in città • Il censimento dei cigni della regina Elisabetta

 

Ansbach 1 Il kamikaze di Ansbach, in Germania, si chiamava Mohammed Deleel. Siriano, con problemi psichiatrici, aveva tentato due volte il suicidio. Parlava di continuo della guerra nel suo Paese, delle donne e dei bambini che muoiono laggiù ogni giorno. Per questo era stato soprannominato «Rambo», anche se chi l’ha conosciuto giura che non ne avesse né i modi né il fisico. Non aveva veri amici, parlava con disprezzo degli islamici poco osservanti ma poi beveva alcol e usava droga. In un video girato prima dell’attentato aveva giurato fedeltà all’Isis e aveva annunciato che il suo «sacrificio» era contro la Germania per il suo intervento anti-islam.. Si è costruito da solo la bomba che ha colpito con chiodi, bulloni, lamette, pezzi di ferro, chiunque fosse davanti al Winstube. Quindici feriti, quattro dei quali in gravi condizioni ma non in pericolo di vita (Fasano, Cds).

Ansbach 2 Il 13 luglio Mohammad Deleel aveva ricevuto la notifica della sua espulsione. La Germania gli dava 30 giorni di tempo per andarsene in Bulgaria, primo Paese europeo sul quale lui aveva messo piede e che gli aveva riconosciuto la tutela di profugo. Non è ancora chiaro in che anno fosse arrivato lì ma è certo che a dicembre del 2014 aveva deciso di passare il confine con la Germania e di chiedere asilo qui. La risposta è stata un no. Perché aveva già il procedimento aperto in Bulgaria e quindi avrebbe dovuto partire per Sofia. Ma lui ha fatto ricorso e, fra la richiesta e l’esame della sua domanda, è stato in clinica psichiatrica. Quindi i tempi dell’espulsione si sono allungati. Fino a quel 13 luglio scorso che per lui è stata una data di disperazione. Non voleva assolutamente tornare in Bulgaria, dove pare fosse stato arrestato (alla polizia tedesca è noto per reati legati alla droga ma non è chiaro il motivo dell’arresto bulgaro). Ed è per questo che cercava disperatamente un lavoro: era convinto che lavorando avrebbe potuto convincere le autorità tedesche. Forse, ipotizza appunto la sindaca di Ansbach, la sua radicalizzazione ha avuto un’accelerazione proprio a partire da quel giorno (ibidem). [Sull’argomento leggi anche il Fatto del Giorno]

Salvini In un comizio a Soncino (Cremona) Matteo Salvini esibendo una bambola gonfiabile ha detto: «C’è la sosia della Boldrini qui». La presidente della Camera ha replicato all’offesa con un post su Facebook: «Le donne non sono bambole e la lotta politica si fa con gli argomenti, per chi ne ha, non con le offese. Lascio a voi ogni commento». La ministra Boschi parla di «squallida esibizione di sessismo», la collega Giannini di «parole inaccettabili». Per Roberta Pinotti, «Salvini ha passato il limite». Più caustica Marianna Madia: «Salvini ha meno cervello di una bambola gonfiabile». In difesa si schiera tutto il centrosinistra (Nichi Vendola compreso) ma la stigmatizzazione arriva anche da qualche esponente di centrodestra. Ncd a coglie l’occasione per dichiarare ancora una volta la Lega fuori da future alleanze di centrodestra: «Rendere compatibile un soggetto del genere con un’alleanza politica decente è una missione impossibile», sentenzia Fabrizio Cicchitto. Conferma Angelino Alfano: «Nella riaggregazione dei moderati italiani non c’è Salvini, il leader delle “bambole gonfiabili”». Salvini non fa marcia indietro: «Non chiedo scusa alla Boldrini, è lei che dovrebbe chiedere scusa agli italiani perché lei è la prima razzista nei confronti degli italiani». E ancora: «Io non distinguo tra uomini e donne ma tra persone per bene e per male. La Boldrini è donna e potrebbe essere uomo, Superman o Uomo Ragno: ma non è in grado di gestire la Camera». Non soddisfatto, il leader della Lega rincara la dose su Twitter, con l’hashtag #sgonfialaboldrini: «Ipocrita, buonista, razzista con gli italiani. Dimettiti!» (Trocino, Cds).

Parisi Stefano Parisi è il nuovo coordinatore di Forza Italia. È quanto è stato concordato ieri durante una cena ad Arcore tra l’ex candidato sindaco di Milano e Silvio Berlusconi. Parisi dovrà traghettare il partito verso un congresso che si svolgerà alla fine dell’anno. Obiettivo, la nascita di un soggetto politico capace di dare una casa il più possibile unitaria ai pezzi oggi dispersi del centrodestra. Primo compito: «Calmare gli animi dei dissidenti» di Forza Italia, ieri sera indicati in Giovanni Toti, Paolo Romani, Altero Matteoli e Maurizio Gasparri. Anche evitando, richiesta esplicita di Berlusconi, «inutili interviste» (Cremonesi e Ravizza, Cds).

Disabili Almeno 15 morti e 45 feriti, di cui 4 in gravi condizioni di salute: è il bilancio di un attacco all’arma bianca nella città di Sagamihara, poco più di 700 mila abitanti, appena 31 chilometri a Sud-Ovest di Tokyo. L’attacco è avvenuto nella notte tra lunedì e martedì all’interno di un centro per disabili. Autore, un ventiseienne ex impiegato della struttura. O almeno questo è quanto l’arrestato ha dichiarato alla polizia. Testimoni lo avrebbero visto aggirarsi con un coltello nelle vicinanze del giardino Tsukui Yamayuri. Ancora non è chiara la dinamica dell’incidente: né come un uomo possa aver pugnalato indisturbato così tante persone né i motivi che lo avrebbero spinto ad agire. Il quotidiano giapponese «Asahi Shimbun» aggiunge che l’arrestato, nel momento di consegnarsi alle forze dell’ordine, avrebbe affermato: «Voglio liberare il mondo dai disabili» (Ghezzi, Sta).

Turismo Il turismo internazionale nel 2015 è cresciuto in Italia del 4,4 per cento. Siamo al quinto posto con 50,7 milioni di arrivi internazionali dietro la Francia (84,5), gli Stati Uniti (77,5), la Spagna (68,2) e la Cina (56,9). Sugli incassi, siamo al settimo posto dietro la Gran Bretagna (Stella, Cds).

Principessa La principessa araba Nouf Nint Abdullah al Saud della famiglia saudita (suo marito è Mishaal bin Abdullah, figlio del defunto re Abdullah, governatore delle regione della Mecca e oggi governatore della provincia di Najran) per tre settimane sarà in vacanza al Grand Hotel di Alassio. Assieme a lei una decina di parenti e una schiera di collaboratori e domestici, in totale una quarantina di persone. Dai pianali dei van affittati a Nizza sono usciti non meno di 45 bauli contenenti gli effetti personali della principessa, dei parenti e del personale (Pezzini, Sta).

Adattamento Molti animali si sono adattati a vivere in città evolvendosi rapidamente. Ad esempio il merlo di oggi è diverso dal suo antenato di duecento anni fa. Ha il becco più lungo, la voce più acuta ed è meno disposto a migrare. Caratteristiche legate alla capacità di adattarsi all’ambiente urbano, come la necessità di far sentire la propria “voce” al di sopra dei clacson. Non a caso, i merli europei mostrano di avere una risposta allo stress inferiore a quella dei loro omologhi della foresta. Un fattore che, secondo gli esperti, ha basi genetiche e potrebbe essere il risultato di specifiche pressioni selettive del contesto metropolitano cui i merli sono stati sottoposti. Il biologo evoluzionista Menno Schilthuizen cita poi il caso del topo dai piedi bianchi ( Peromyscus leucopus) che abita nei parchi newyorchesi, divenuto più resistente ai metalli pesanti, probabilmente perché il suolo della megalopoli americana è pieno di cromo e piombo. La natura metropolitana offre anche altri esempi di evoluzione dettata dall’ambiente cittadino, come il ragno ( Araneidae) studiato a Vienna, “predatore” notturno capace di agire al buio, eppure sempre più propenso a scegliere luoghi vicino a lampioni e altre luci artificiali pur di costruire le sue ragnatele dove gli insetti pullulano perché attratti. Così come le falene, a loro volta, che in alcune città sembrano avere sviluppato una resistenza alla luce delle lampadine. Mentre a Porto Rico alcune lucertole hanno modificato le loro zampe per avere una presa migliore, tale da potere scalare le superfici “lisce” come l’asfalto (Barcellona, Cds)

Cigni 1 Come ogni anno nella terza settimana di luglio si celebra una delle più antiche tradizioni del Regno Unito: il censimento dei cigni della regina. David Barber, il cui titolo ufficiale è Swan Marker, esaminatore di cigni, indosso giacca scarlatta, calzoni bianchi e cappello a visiera, su cui una piuma d’uccello è conficcata come una freccia, impartisce ordini a una piccola ciurma formata dallo Swan Warden, ovvero guardiano dei cigni, nella persona del professor Christopher Perrin, ornitologo di Oxford, e una dozzina di marinai, disposti su sei piccole imbarcazioni a remi. Funziona così. Lo Swan Marker, quando avvista una famigliola di cigni, grida «All up». Le barchette li accerchiano e li sospingono a riva, dove li pesano, li misurano e se necessario li curano. Alle zampe dei piccoli viene messo un anello con microchip, per monitorarli. Il numero dei giovani cigni, ancora grigi, tende a calare: due anni fa se ne contarono 120, l’anno scorso 83. Sono minacciati da cacciatori di frodo, inquinamento e volpi (Franceschini, Rep).

Cigni 2 Il rito del censimento dei cigni si ripete puntualmente da nove secoli. Nella Londra dell’undicesimo secolo i volatili erano apprezzati come cibo prelibato da servire in tavola ai banchetti della nobiltà. Da allora la Corona stabilì che tutti i cigni delle acque di Inghilterra e Galles appartenevano alla monarchia: per appropriarsene occorreva il permesso del re. Un decreto del 1482 di Edoardo IV precisava lo scopo: evitare che i preziosi volatili finissero in mano a “vagabondi, delinquenti o altre persone di cattiva reputazione”. Perciò, ogni estate, venivano contati e marchiati, solitamente con un segno sul becco, da apposite compagnie al servizio di Sua Maestà. Oggigiorno non li mangia e non li marchia più nessuno, ma l’abitudine di contarli e considerarli proprietà reale è rimasta. Il censimento, sia pure per fini conservativi, è affidato alle ultime due compagnie predisposte all’opera, la Worshipful Company of Dyers e la Worshipful Company of Vintners. La conta non copre più l’intero territorio nazionale, ma soltanto un simbolico tratto del Tamigi, nei pressi di Windsor, sede del castello in cui trascorre il week-end la regina Elisabetta, venuta soltanto una volta, nel 2009, a seguire compiaciuta l’operazione da vicino. In 900 anni, pare che la cerimonia sia saltata soltanto nel 2012, per l’esondazione del Tamigi (ibidem).

(a cura di Roberta Mercuri)