la Repubblica, 26 luglio 2016
Perché dobbiamo ringraziare Salvini
Se Laura Boldrini non fosse una donna, Matteo Salvini non le avrebbe dato della bambola gonfiabile. Non è una volgarità generica, dunque, è una volgarità specificamente destinata a una femmina. È tutto qui ed è molto semplice da capire. E certamente lo capisce anche Salvini, che non è stupido (volgare sì, stupido no); e lo capisce il suo entourage plaudente e ridacchiante, del tutto simile ai tanti entourage plaudenti e ridacchianti che circondano i capoccia di ogni ordine e grado; e dunque fa benissimo Salvini, dal suo punto di vista, a rivendicare la sua battuta, e in quella battuta lo spregio per la Boldrini in quanto donna, così come il suo compagno di partito Calderoli espresse il suo spregio (specifico) per la Kyenge in quanto afroitaliana. Scimmie le donne africane, bambole gonfiabili le donne che ficcano il naso in questioni (la politica) più grandi di loro, “poveracci” (termine che Salvini adora) gli avversari politici o i critici immeritevoli di una risposta. Bisogna essere grati alle persone come Salvini perché in momenti nei quali non solo e non tanto la cosiddetta sinistra, ma i concetti di democrazia e di tolleranza in senso lato ci sembrano sfocati, di scarsa efficacia e di scarso appeal, lui rende espliciti i modi e i fini della sua parte, la destra energumena che ha il vento in poppa; e improvvisamente ci fa riscoprire il senso, l’utilità e il valore di ciò che ci appariva logoro e svuotato. Vincere o perdere importa relativamente, l’importante è sentirsi bene nei propri panni.