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 2016  luglio 24 Domenica calendario

La campagna di Virginia Raggi è costata 223.673,11 euro

B eppe Grillo rilancia con un tweet il primo mese di governo M5S nella Capitale. «I primi 30 giorni di Virginia Raggi in Campidoglio», scrive il leader, con un link che rimanda, sul magazine del Movimento (ilblogdellestelle.it), al video postato dalla sindaca di Roma a consuntivo del primo mese. Il vicesindaco Daniele Frongia torna sull’interrogatorio in Procura per le consulenze con l’Asl di Civitavecchia per chiarire: «È stata ascoltata dai pm come persona informata dei fatti. Lei ha spiegato la sua posizione. Sicuramente non ha ricevuto un avviso di garanzia».
Intanto lo stesso Frongia ha depositato il consuntivo delle spese elettorali della Raggi: 223.673,11 euro. La cifra è contenuta in una lettera protocollata (49360) con data 21 luglio, inviata al direttore dell’Assemblea capitolina Angelo Gherardi e poi pubblicata sia sull’albo pretorio, sia sul sito istituzionale. Il totale, la cui voce più importante è relativa all’organizzazione delle manifestazioni (128.057 euro), traccia le spese elettorali della sindaca Raggi e del vice Frongia. Il quale, in più, allega una spesa di 61 euro in un rendiconto personale, datato 22 luglio, specificando: per «10mila bigliettini 4x4».
Costi ridotti, comunque, se si pensa a quanto avevano speso i predecessori Ignazio Marino e soprattutto Gianni Alemanno. Al primo la vittoria del 10 giugno 2013 nel ballottaggio (proprio contro Alemanno), costò 361.009 euro: voce più importante fu quella relativa ai materiali di propaganda e distribuzione (242 mila euro) mentre spese la metà di Raggi per le manifestazioni (69.820 euro). Per Alemanno, nella vittoria del 2008 contro Rutelli, i costi elettorali arrivarono quasi al milione di euro. «Sforeremo il tetto degli 1,8 milioni previsto dalla legge», annunciò Berlusconi durante la campagna del suo candidati. Il dettaglio però non è più tracciabile: venne pubblicato il 29 luglio 2008 (protocollo 140106), ma, dopo 30 giorni a norma di legge, scomparve dall’albo pretorio e fu restituito il 4 settembre (con protocollo 164487) ad Alemanno. Il quale, poi, glissò sempre sulla cifra finale.