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 2016  luglio 25 Lunedì calendario

Aforismi sparsi di Roberto Gervaso

L’italiano è cattolico ovunque. Perfino in chiesa.

Che fortuna non averla conosciuta prima, Elisa.

D’indecente, nella vita, c’è solo la volgarità.

Dica di me quel che vuole: non la capisco.

Non ce la faccio più. E non ho nessuna intenzione di farcela.

Quando parlo bene degli altri mi sembra di perdere il mio tempo.

Non do mai confidenza a chi non la pensa come me.

La Chiesa, mandando sul rogo i corpi e scomunicando le anime si è guadagnata il regno dei cieli.

La differenza fra il cattolico e il protestante è che il primo parla con Dio, con la mediazione del prete; il secondo, interrogando la propria coscienza.

I grandi Papi hanno sempre creduto più alla potenza della Chiesa costantiniana e temporale, che in Dio. Sono i primi ad avere garantita la sopravvivenza del potere politico e mondano che ha combattuto e, purtroppo, vinto tante battaglie, brandendo l’arma impropria e arbitraria della scomunica.

Della Chiesa cattolica mi piace la liturgia; di quella protestante, la fede e il senso del dovere.

Se avessi fatto tutte le cose che mi attribuiscono, ne avrei fatte ancora poche.

Se facessi il confessore, approfitterei del confessato per approfondire i miei peccati.

Quando vedo un cardinale, la prima domanda che mi faccio è se indossi i boxer o gli slip.

La Chiesa perdona i peccati altrui per meglio nascondere i propri.

La Chiesa si batte contro la povertà per non diventare essa stessa povera.

La Chiesa è diventata ricca professandosi povera, vendendo Dio, pronta cassa, con le indulgenze.

La civiltà di un popolo si vede da come tratta gli incivili.

Nella vita si combattono tante battaglie, ma le più importanti sono le sfide che lanci e vinci per migliorare te stesso.

Se conoscessi le donne, non ne parlerei tanto.

La felicità, in fondo, la dà solo la serenità.

Non ho niente contro nessuno, ma contro tutti.

Se dovessi morire all’improvviso le mie ultime parole famose le direbbe Vittoria.

Non sono mai stato un buon marito per non annoiare mia moglie.

Quante volte, nei miei sogni, il talamo diventa alcova. È la mia più appagante risorsa onirica.

Il protagonismo è lo sforzo più patetico e ridicolo per mettersi in mostra.

In politica quante primedonne sono tornate ad essere ballerine di fila.

Vuoi che ti voti? Ruba dieci e governa novanta. Vuoi che non ti voti? Ruba novanta e governa dieci.

La lode sta all’adulazione come un semplice babà sta a un babà con panna avariata.

Non abbiamo più detersivo per mettere in lavatrice la nostra sporca e maleolente politica.

I nostri politici ti rassicurano perché non hanno il coraggio di dire le cose come stanno. Meglio perdere la reputazione che le elezioni.

Qualunque cosa dica un politico io credo solo a quelle che tace.

Davanti a una bella donna, la sola cosa che mi sia rimasta è la parola.

Mia moglie Vittoria per me è tutto. Io, per lei, il resto.