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 2016  luglio 25 Lunedì calendario

Re Lewis si è ripreso lo scettro

Sorpasso. Lewis Hamilton torna in testa al campionato dopo quattro mesi di alti e bassi, tra crisi di nervi e imprese da fenomeno. Eccessivo come è nel suo stile. Sei punti di vantaggio su Nico Rosberg sono un’inezia nell’economia di una stagione, ma una mazzata sull’equilibrio psicologico del suo compagno di squadra, che dopo aver vinto le prime quattro gare pregustava un’annata diversa. Il momento della svolta è il Gp di Ungheria, linea di confine tra la prima e la seconda parte della stagione. Rosberg scatta dalla contestata pole position ottenuta con doppia bandiera gialla, ma al via è lento. Il sorpasso è un attimo, alla prima curva i destini sono già scritti e da quel momento la corsa dei due piloti Mercedes filerà via senza il minimo sussulto.
Hamilton vince per la quinta volta all’Hungaroring, strappando il primato a Michael Schumacher, e per la 48ma volta in carriera (a quota 51 c’è Alain Prost poi, a 91, ancora Schumacher). Solo una statistica gli dà contro: negli ultimi undici anni, chi ha trionfato a Budapest non è diventato campione. Per la Mercedes sono 55 successi e 25 doppiette con l’attuale coppia di piloti. Numeri impressionanti, anche se la volata è ancora lunga. L’unica certezza è che nessun altro si potrà intromettere tra Hamilton e Rosberg: troppo grande la differenza di prestazioni, di nuovo nell’ordine del mezzo minuto il vantaggio dal terzo in classifica, e senza bisogno di forzare.
Obiettivo fallito
La Ferrari ha fallito l’obiettivo di raggiungere i rivali e subisce per la terza volta consecutiva il sorpasso da parte della Red Bull. Nel finale, Daniel Ricciardo difende il terzo posto dal ritorno di Sebastian Vettel, mentre Max Verstappen respinge con le cattive maniere l’assalto di Kimi Raikkonen. Dietro di loro soltanto doppiati, ma i mali altrui non sono di grande consolazione. Nella classifica dei costruttori la Ferrari ha 224 punti, la Red Bull 223. Da Vettel escono parole di circostanza: «Avevamo il ritmo giusto per salire sul podio, non la velocità per sorpassare. Qui non bastano due decimi di differenza, servirebbero 3 secondi. Comunque la macchina è migliorata rispetto a Silverstone». Piccoli passi contro i balzi in avanti della Mercedes prima e della Red Bull ora.

Appuntamento nel 2017

«A livello di motore siamo a posto, quello che ci manca è l’aerodinamica», dice il team principal Maurizio Arrivabene. È un problema non risolvibile con la monoposto attuale, ormai vicina al limite dello sviluppo. Toccherà alla squadra che lavora sul 2017, che pare destinata a perdere il direttore tecnico James Allison, affrontare la sfida delle nuove regole su telaio e gomme. L’obiettivo parallelo è quello di difendere il secondo posto, che a Maranello fino a un mese fa non veniva nemmeno preso in considerazione. Come tante altre gare, il Gp di Ungheria porta a un risultato al di sotto delle aspettative. La Ferrari sperava addirittura di vincerlo. In Germania domenica prossima c’è l’ultimo appuntamento prima di una pausa estiva mai così attesa.