Il Sole 24 Ore, 22 luglio 2016
Cairo è tranquillo
«Siamo tranquilli perché abbiamo fatto tutto in modo trasparente e limpidissimo. Il tema sollevato dalla cordata Bonomi non sussiste. Inoltre sono molto soddisfatto perché abbiamo avuto grande riscontro non solo dagli investitori istituzionali ma anche dal pubblico dei risparmiatori, risultato più del triplo dell’Opa concorrente». Urbano Cairo, raggiunto telefonicamente dal Sole 24 Ore, è stupito dalle ultime mosse della cordata Bonomi che ha presentato un esposto in Consob, insieme a Pirelli e Diego Della Valle, chiedendo verifiche sull’operato dell’imprenditore piemontese. Ma più in generale l’intero entourage dell’editore di La7 rispedisce al mittente tutte le accuse, ribadendo che l’operazione strutturata dalla Cairo Communcation è stata trasparente e ha vinto in modo schiacciante. I numeri peraltro, si fa notare, giocano a favore di Cairo con il 48,8% del capitale Rcs apportato all’offerta contro il magro “bottino” concorrente: International Media Holding ha ricevuto infatti appena un 13% del capitale in adesione, che con il 24,7% già posseduto portava i soci dell’Opa al 37,7%.
In altre parole il tema, come dichiarato dallo stesso Cairo, non esiste. Tanto più che la decisione di aprire il fascicolo legale è arrivata, riferiscono alcune fonti, dopo che tutti gli interessati della cordata Bonomi avevano personalmente ammesso la sconfitta congratulandosi con l’imprenditore piemontese. Un repentino cambio di strategia, dunque, che lascia perplessi.
Al momento nessuna decisione è stata presa. Ma secondo alcune fonti, l’avvocato Sergio Erede, in questi giorni a Parigi, starebbe valutando la possibilità di fare un controesposto. Una eventualità che arricchirebbe ulteriormente il capitolo legale. Ovviamente la posizione di Consob sarà cruciale per decidere come muoversi. Per ora dalla Commissione non è filtrato nulla. Dunque allo stato attuale la tabella di marcia non subisce alcuna modifica. Oggi è previsto il pagamento del corrispettivo per le azioni apportate all’offerta (pari a 0,18 azioni Cairo Communication e 0,25 euro cash) di Cairo Communication e il patron di La7 sarà a quel punto in possesso del 48,8% del capitale di Rcs Mediagroup. Dal 22 al 28, poi, i detentori di azioni che avessero conferito all’Opa di International media holding hanno la facoltà di “migrare” verso quella di Cairo che potrebbe incrementare ulteriormente la sua quota fino a quasi il 62% di Rcs.
Sulla partita Rcs, e sugli ultimi sviluppi legali, è intervenuto ieri anche Gian Maria Gros-Pietro, presidente di Intesa Sanpaolo, la banca al fianco di Cairo nell’Opas su Rcs: «Mi sembra che sia stata chiesta chiarezza e questo è importante per il mercato. Ci sono autorità che hanno il compito di occuparsi del rispetto delle regole e lo stanno facendo bene», ha commentato Gros-Pietro. La conclusione della sfida è stata «una soluzione decisa dal mercato – ha aggiunto -. La proposta di Cairo ha avuto l’effetto di smuovere una situazione da troppi anni stagnante e di rivitalizzare la quotazione in modo soddisfacente. Alla fine avrà l’effetto di mettere la società editoriale nelle mani di un esperto del settore». Rispetto invece all’ipotesi che il presidente emerito di Intesa Giovanni Bazoli diventi presidente di Rcs, «è una decisione che spetta agli azionisti, vedremo – ha detto Gros-Pietro. Il professor Bazoli è un grande sostenitore dell’autonomia e dell’indipendenza del più grande giornale italiano. Penso che possa contribuire a farlo».