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 2016  luglio 21 Giovedì calendario

È Sonny Wu il cinese che vuole il Milan

Per mesi è stato Mister X. O meglio i Mister X. Una cordata cinese bussa alla porta del Milan, il club di calcio con più «Tituli» internazionali (anche se ormai datati) d’Italia. Sul piatto 750 milioni di euro per avere tutta la proprietà della squadra dellìex premier Silvio Berlusconi, finalmente decisosi a passare la mano dopo 30 anni alla guida del club rossonero.
Archiviato il «flop» del tailandese Mister Bee che per un anno ha trattato con Berlusconi, per poi dileguarsi, l’arrivo dei cinesi candidatisi a nuovi proprietari è stato circondato da un certo scetticismo. Anche perché nulla si sapeva sull’identità di questa misteriosa cordata. Ieri, però, dopo settimane di indiscrezioni, ecco che si è alzato (in parte) il velo: uno degli investitori che sta trattando con Fininvest è Sonny Wu (lo ha riferito l’agenzia Bloomberg, non smentita dal quartiere generale di Berlusconi che si è limitato a non commentare i rumors). Che proprio uno sconosciuto non è. L’uomo d’affari cinese è a capo del fondo di private equity Gsr Capital e sarebbe il principale investitore della cordata (ma su questo non ci sono conferme). Wu (nome vero all’anagrafe Shenjun) era salito alle cronache tempo fa quando tentò di acquistare attività dalla Philips. Del gruppo di compratori fa parte anche Steven Zheng, imprenditore attivo nell’industria fotovoltaica.
L’operazione comprenderà anche nuovi accordi di sponsorizzazione. Se si dovesse arrivare ad un accordo entrambi gli investitori cinesi controllerebbero il Milan. La cordata cinese inizialmente era in trattativa per comprare il 60% del club italiano mentre ora sarebbe interessata a ottenerne il controllo totale. L’inizio delle trattative risalirebbero a circa due anni fa ma poi hanno subito un lungo periodo di stallo, con l’ingresso nella partita di Mister Bee. Silvio Berlusconi dirà addio per davvero al club che gli ha regalato celebrità e che ha rivoluzionato il calcio mondiale negli anni ’80? Lao si saprà il 31 luglio, giorno in cui dovrebbe arrivare la firma dell’accordo.