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 2016  luglio 21 Giovedì calendario

Il talento di Mourinho nello scegliere i presidenti giusti

Adesso che pure la signora Matilde Faria in Mourinho, tramite foto postata sui social, ha involontariamente svelato l’ovvio, ovvero l’evidente interesse del Manchester United per Paul Pogba, scalfito nelle ultime ore dalla manovra di disturbo del Real, resta da chiedersi quale giocatore lo Specialone non riuscirà mai a farsi regalare, visto che ogni suo desiderio diventa un ordine per il presidente che lo stipendia (Do you remember Moratti e Quaresma?).
Non scherzava chi in primavera scriveva a titoli cubitali che Mou avrebbe avuto a disposizione un tesoretto (eufemismo) fuori misura: subito dopo aver ingaggiato l’allenatore (mica gratis: 13 milioni netti l’anno per 3 anni), i Red Devils hanno annunciato Eric Bailly, pagato 40 milioni, Henrikh Mkhitaryan, «appena» 38, e Zlatan Ibrahimovic, a parametro zero ma sul compenso girano voci incontrollate. E ora sarebbero pronti 120 milioni per scrivere sulla lavagna fotografata dalla signora Matilde il nome di Pogba. Tutto questo darebbe ragione a Rafa Benitez, che sta a Mou come Rockerduck a zio Paperone: «La grande abilità di Mourinho è di saper convincere i presidenti ad acquistargli tutti i giocatori che vuole».
È indubbio che Mou faccia parte di quel ristrettissimo gruppo di allenatori che è capace di imporre ai presidenti extrabudget da spendere in cambio di risultati immediati, o storici, o entrambe le cose. Una capacità che in parte ha Guardiola e in parte Mancini, anche se l’interista con la gestione indonesian-cinese qualche problema l’ha avuto. Dice: ci provasse, Mourinho, a fare i capricci per un Quaresma con un Thohir dal braccino corto o con il Berlusconi del crepuscolo milanista. E infatti Mou i presidenti se li sceglie bene: dopo la Champions con il Porto, Abramovich, Moratti, Florentino Perez, per tornare ad Abramovich. E ora un Manchester United in cerca di grande (e oneroso) riscatto.
E a proposito di ManU: Mourinho è riuscito nell’impresa di modificare persino lo status dei Red Devils, che dai Busby Babes ai ragazzi di sir Alex aveva sempre preferito valorizzare i prodotti del vivaio: persino Ronaldo era arrivato a Manchester appena maggiorenne. Oggi invece Mou pretende – e soprattutto ottiene – campioni affermati e strapagati. E Benitez? Si mangia il cappello, naturalmente.