Corriere della Sera, 21 luglio 2016
Ma per il processo Rubi-ter non cambia niente
E adesso? Adesso la voce di Silvio Berlusconi resta lo stesso agli atti. E in generale cambia poco per l’udienza preliminare (rinvio a giudizio o proscioglimento il prossimo 3 ottobre) del procedimento Ruby ter nel quale la Procura di Milano contesta all’ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi la corruzione di 30 testi in cambio della loro falsa deposizione sulla prostituzione nelle notti di Arcore. L’inutilizzabilità sancita ieri contro l’allora non indagato parlamentare di 11 sue conversazioni telefoniche, captate tra il 12 aprile 2012 ed il 27 agosto 2012 sulle utenze delle indagate Barbara Guerra (9 volte) e Iris Berardi (2 volte), fa certo perdere ai pm quelle più lampanti su come l’ex premier, «di fronte alle pressanti richieste delle ragazze» delle case e del denaro promessi, «subordinasse queste concordate dazioni all’atteggiamento processuale che avrebbero tenuto le due testi all’epoca costituite parte civili nei suoi confronti»; e «richiedesse esplicitamente a Guerra di convincere» l’amica Iris Berardi «a revocare la costituzione di parte civile a lui pregiudizievole» perché era la ragazza che nel proprio diario accennava a rapporti sessuali da minorenne. Ma ciò sposta poco sul processo, per almeno tre ragioni.
Intanto perché per legge (e per l’interpretazione datane nel 2010 dalla Consulta) le intercettazioni inutilizzabili nei confronti di Berlusconi non saranno distrutte ma continueranno a essere usabili contro le ragazze per comprovare (per i pm) la loro condizione di testi corrotte per dire il falso.
Poi perché, paradossalmente, contro Berlusconi una voce diretta di Berlusconi sarà ancora usabile: quella contenuta nella registrazione che il 20 giugno 2013 Alessandra Sorcinelli e Barbara Guerra fecero di nascosto di una loro aspra telefonata con l’ex premier («Silvio, sono Barbara, io sono stanca di essere presa per il culo! Adesso sono veramente stanca!», e l’ex premier intimorito: «Io adesso ho dato a Spinelli il benestare per darvi i soldi per andare in America! (…) Ho fatto un assegno io ieri di 160.000 euro per pagare i mobili della casa...»). La conversazione, che se fosse stata «intercettazione» (cioè flusso di comunicazione captato tra Berlusconi e Guerra) sarebbe stata anch’essa inutilizzabile, resta invece usabile come fonte di prova in quanto «documento», cioè audio registrato dalla ragazza e sequestrato sul suo telefonino in una perquisizione. La terza ragione è che i pm contano su altri indizi. Come l’agenda di Ruby. Il diario di Berardi. La bozza di lettera a Berlusconi da parte dell’ex fidanzato di Ruby: «Nel 2012 Lei, per non far testimoniare Ruby a dicembre, ci chiese di andare via, così partimmo per il Messico dopo aver visto Maria Rosaria Rossi che ci diede i soldi». O la foto di un sms di Marystell Polanco a un avvocato del Cavaliere (che reagì indignato): «Volevo dirti che siamo molto dispiaciute col dottore xke’ ci chiude le porte (…) Lui ha fatto delle promesse quando ci ha detto di venire da voi a dire le bugie, mi ha usata (...) dirò tutto».
Se mai, sul processo può pesare l’ipoteca di tempi e logistica, dopo che il 29 aprile la giudice Laura Marchiondelli, su istanza difensiva di competenza territoriale sulla ricezione dei bonifici di Berlusconi ai testi, ha suddiviso il processo in 7 città: Berlusconi e 23 coimputati a Milano, e poi Berlusconi anche a Monza, Roma, Torino, Pescara, Siena e Treviso con uno o due coimputati per città.