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 2016  luglio 21 Giovedì calendario

«Sono quattro anni che vivo nella merda! Dacci più soldi!». «Non urlare, non capisco niente»

Denaro, lavoro, case faraoniche. Ecco il tema dei 390 contatti telefonici – solo una trentina quelli diretti – tra le principali ospiti del “bunga bunga” e Silvio Berlusconi. Con Iris Berardi e Barbara Guerra, in costante collegamento con l’ex premier. «Mi sono rotta», urla il 20 giugno di tre anni fa la Guerra a Berlusconi. «Sono quattro anni che vivo nella m….». E, pressanti, si susseguono le richieste, con una nemmeno troppo velata minaccia su cosa potrebbe uscire dal processo su quelle che l’ex Cavaliere definiva “cene eleganti” di Arcore. In queste intercettazioni – sul cui utilizzo nel processo ieri ha votato il Senato – si sente la voce di Berlusconi, quasi flebile, impacciata, che chiede di «non urlare, non capisco niente». E ancora la Guerra, che quella telefonata non solo la registra, ma la filma con il suo smartphone, a bordo di un’auto, con a fianco un’altra fedelissima delle serate del Bunga bunga, Alessandra Sorcinelli. «Ma se la settimana scorsa ti ho fatto un bonifico da 160 mila euro per i mobili della tua casa?» risponde tra il sorpreso e l’impacciato l’ex presidente del Consiglio. «Quella non è casa miaaaaaaa….» gli ribatte la Guerra alzando il tono della voce e ricordando che quelle due ville a Bernareggio, in Brianza, in realtà Berlusconi le ha solo «concesse», in comodato d’uso ventennale, a lei e alla Sorcinelli. E per lei non è evidentemente abbastanza.
Servono soldi, serve contante, quel 20 giugno, alle due ragazze, per sbloccare una serie di progetti, tra cui una casa di produzione di costumi a Miami, in Florida. E Silvio abbozza, cerca di placare gli animi, propone un incontro ad Arcore, al quale una delle due ragazze insoddisfatta replica: «Ancora barzellette?».
Ma nelle carte processuali in cui Berlusconi è imputato di corruzione giudiziaria insieme ad altre 23 persone, c’è anche la telefonata a Iris Berardi del 15 maggio 2012, in cui la ragazza di origini brasiliane spiega all’ex Cavaliere di non essere disposta a lavorare «per 800 euro al mese». Perché per lei, appena maggiorenne, sarebbe «troppo gravoso». Così, si legge negli atti, «Berlusconi si impegna a trovarle qualcosa di più appetibile», come un contratto in Mediaset. Spesso si tratta di contratti solo di facciata, perchè anche mandare in onda alcune ospiti delle serate di Arcore sarebbe imbarazzante E, poi, ci sono le pressioni che l’imputato principale del Ruby ter esercita sulla Guerra e sulla Berardi affinché ritirino la costituzione di parte civile contro Nicole Minetti, Emilio Fede e Lele Mora, nel processo parallelo a quello che ha visto Berlusconi prima condannato e poi assolto per prostituzione minorile. Questa volta siamo ad aprile 2012. «Hai sentito la matta?», chiede Berlusconi alla Guerra, riferendosi alla Berardi. Ricordando che «quella cosa la (la costituzione di parte civile, ndr), va comunque ritirata, perché non è una buona cosa».
La Guerra non si tira indietro e garantisce che «avrebbe utilizzato i suoi buoni uffici per convincere la “matta”». Cosa che puntualmente si avvera, ricorda il gip di Milano, Stefania Donadeo, quando invia al Senato quelle intercettazioni che, ieri, sono state dichiarate non utilizzabili contro Berlusconi.