Il Messaggero, 20 luglio 2016
La straordinaria vita di Sackville-West, viaggiatrice, scrittrice e amante di molte donne, tra cui Virginia Woolf
«Appena rientrata dal Palazzo dello Scià. Sono stata nella grotta di Aladino. Davanti ai nostri occhi hanno svuotato sacchi di smeraldi, sacchi di perle. Letteralmente. Siamo venuti via scuotendoci le perle dalle scarpe come personaggi delle Mille e una notte. Tra pochi giorni lo Scià verrà incoronato, poi partirò per rientrare a Londra. Mi è piaciuta molto la Persia, penso di poter ricavare un libro dal viaggio. Non mi rispondere perché la tua busta non arriverebbe in tempo».
Così si chiude la lettera inedita che l’8 aprile 1926 Vita Sackville-West invia a un’amica per darle conto del breve soggiorno a Teheran dove era arrivata pochi giorni prima per far visita al marito Harold Nicolson, funzionario diplomatico del governo inglese. Il biglietto spedito a Londra è citato in Behind the Mask, nuova biografia della scrittrice a firma di Matthew Dennison (Harper & Collins) in cui lo studioso approfondisce la tumultuosa vita sentimentale di Vita, che ebbe legami con alcune figure di primo piano della cultura inglese tra le quali spicca Virginia Woolf.
BESTSELLER
A lungo la curiosità sui particolari dei trasgressivi rapporti omossessuali di Vita ha prevalso su un’analisi oggettiva delle eccellenti qualità artistiche. Da alcuni anni, però, la tendenza è mutata e oggi, nel Regno Unito e in Italia, si ristampano romanzi apprezzati dai lettori britannici del secolo scorso. È il caso, in questi giorni, di Ogni passione spenta (il Saggiatore, 208 pagine, 17 euro), bestseller nel 1931 in cui riassume le esperienze di un’anziana vedova di alto lignaggio che dopo la morte del consorte scandalizza parenti e amici in virtù di scelte autonome. A pubblicarlo fu la Hogarth Press, casa editrice di Leonard e Virginia Woolf, che subito dopo l’uscita annota sul diario: «L’ultima opera di Vita è davvero un successo e noi tiriamo quattrini in barca come sardine nella rete».
Sotto il profilo personale, sottolinea Dennison concordando con altri biografi, Vita sviluppò molto presto le caratteristiche in materia di affetti e di sessualità mai mutate per l’intera esistenza. Tra queste le più significative erano il disprezzo, almeno in sede teorica, per il matrimonio; un’apparente schiettezza nei riguardi degli intimi che la frequentavano di matrice egoista, la disponibilità a tenere aperta contemporaneamente più di una relazione sentimentale con donne di diversa estrazione sociale; la netta distinzione tra la passione amorosa, esclusivamente al femminile e sempre destinata a spegnersi in fretta, e i legami affettivi duraturi, limitati alla sfera della famiglia.
Si sposò nel 1913 con Harold Nicolson che non le nascose il suo interesse per gli uomini e nel 1914, a pochi giorni dallo scoppio della guerra nacque Benedict, il primo figlio della coppia. Grazie ai diritti di La signora scostumata, del 1930, e di Ogni passione spenta, acquistò un antico castello ormai in rovina nel cuore del Kent. Il maniero di Sissinghurst, eretto ai tempi di Enrico VIII, costava dodicimila sterline, altre quindicimila almeno sarebbero servite per renderlo abitabile. I Nicolson, che pure non disponevano dell’intera somma, videro Sissinghurst, se ne innamorarono e non esitarono di fronte a possibili difficoltà finanziarie.
UN’ALTRA VITA
Come spiega Jane Brown in Vita’s Other World, prezioso saggio biografico sull’interesse della scrittrice per il giardinaggio uscito per Penguin, dopo il trasferimento a Sissinghurst Vita era cambiata, il giardinaggio aveva in larga misura sostituito la letteratura, al posto dell’esuberante ragazza c’era un’appesantita aristocratica di mezza età che votava a destra e odiava il mondo moderno. Alla nuova passione Vita si dedicò con lo stesso entusiasmo di sempre. E così alla fine dei Trenta il giardino di Sissinghurst era considerato dagli esperti «un modello perfetto», ammirato nell’intero Regno Unito.
Spesso la domenica i coniugi Nicolson ricevevano gli amici. Uno dei loro, Peter Quennell, ha pubblicato in seguito i ricordi di quel periodo. Ecco come ritrae Vita: «Più corpulenta e un po’ più alta del marito, sembrava un possente miscuglio tra due sessi: Lady Chatterley e il suo amante in un unico individuo». Di giardinaggio, Vita scriveva ogni settimana in una rubrica su un quotidiano londinese, poi raccolta in volume e ora disponibile in Italia (Il libro illustrato del giardino, Elliot, 223 pagine, 19,50 euro), e da quelle colonne annunciò l’apertura di quel tesoro floreale al pubblico perché, spiega, «si spartisce con altri l’origine della tua gioia di ogni giorno».
DOPOGUERRA
Il Regno Unito del dopoguerra era un universo troppo diverso da quello nel quale i Nicolson erano nati e cresciuti. Entrambi preferirono trascorrere quasi tutto il tempo a Sissinghurst o all’estero. Erano in partenza per una crociera nel gennaio 1962 quando Vita fu colpita da una emorragia e durante il successivo ricovero in ospedale le venne diagnosticato un tumore. Si spense il 2 giugno 1962, Harold le sopravvisse sino all’inizio del maggio 1968 curando le ultime pratiche per il trasferimento della proprietà di Sissinghurst al National Trust, l’ente di stato che poteva garantire il futuro del castello e del magnifico giardino creato dalla moglie.