La Stampa, 20 luglio 2016
Un ragazzino di 17 anni stuprato da quattro uomini mascherati in un centro massaggi. Sembra un film dell’orrore invece è successo a Salerno
«Non dimenticherò mai quelle maschere, né il dolore e i ricatti che ho subito». Vittima di questa Arancia meccanica in versione salernitana è uno studente di 17 anni, legato e violentato da quattro uomini. Due avevano il viso nascosto da maschere di Carnevale e parrucche da donna, gli altri due, a volto scoperto, sono stati arrestati.
Il film dell’orrore – con tanto di video registrati con il telefonino per minacciare il ragazzo affinché non denunciasse gli abusi – si è svolto in un centro massaggi abusivo di Cava de’ Tirreni, in provincia di Salerno. Lo studente vi si era recato per la prima volta lo scorso ottobre insieme alla madre che ricorreva ai massaggi per rilassarsi. Lo stesso ha fatto il giovane. Ma dietro l’apparente gentilezza del titolare si nascondeva un orco. Giuseppe Alfieri, 51 anni, è stato arrestato dai carabinieri insieme a Simone Criscuolo, 49 anni, originario della zona ma residente a Vicenza. E se il primo si è poi rivelato dedito alla prostituzione maschile – con uomini anche sposati della zona -, il secondo era già stato arrestato nel 2006 in Veneto per una brutta storia di prostituzione minorile. Insieme ad altri quattro aveva più volte violentato e poi spinto a «vendersi» un ragazzino di 14 anni. Gli altri due complici invece non sono ancora stati identificati proprio perché indossavamo le maschere. Lo stupro del branco è solo l’ultimo anello di una catena di aggressioni sessuali che lo studente aveva dovuto patire da parte di Alfieri. «Dopo i primi massaggi regolari mi ha detto che mi avrebbe filmato per fare pubblicità al centro – ha spiegato il ragazzo, che appartiene ad una famiglia borghese di liberi professionisti -, ma poi ha incominciato a mettermi le mani addosso e palpeggiarmi nelle parti intime. Mi ha filmato e ricattato: se avessi denunciato quei video sarebbero finiti sul web». Lo stesso è successo per la violenza di gruppo. L’incubo si è consumato tra ottobre e aprile ed è finito grazie alla madre del ragazzo. Controllando il suo smartphone ha letto messaggi tra il figlio e il massaggiatore, oltre che con alcuni altri ragazzi, in cui era evidente il terrore per le aggressioni sessuali patite. E poiché all’orrore non c’è mai fine, non è escluso che altri giovani siamo finiti nella rete del massaggiatore pedofilo e i complici. Le indagini dei carabinieri agli ordini del colonnello Giulio Pini, coordinati dal pm di Salerno Elena Guarino, stanno verificando l’eventualità di altri abusi.
I reati contestati ai due arrestati, su ordine del gip Stefano Berni Canani sono accusati di violenza sessuale di gruppo e pedopornografia.
Durante l’inchiesta i carabinieri hanno fatto perquisizioni, accertamenti tecnici, raccolto testimonianze e messo insieme una serie di elementi che hanno consentito di ricostruire la vicenda. Il ragazzo avrebbe subito una serie di avances progressivamente più pesanti fino ad arrivare all’episodio più grave del branco che lo ha stuprato a turno dopo averlo legato.
E mentre prosegue l’attività investigativa, la deputata di Forza Italia Mara Carfagna stigmatizza: «Nessuna pietà. Come quella che gli aguzzini hanno avuto del diciassettenne violentato».
Mentre il sindaco di Cava de’ Tirreni Vincenzo Servalli osserva: «Siamo sconvolti per quanto accaduto. La nostra è una comunità tranquilla, questo episodio ci lascia senza parole. Speriamo che tutti i responsabili vengano assicurati alla giustizia».