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 2016  luglio 19 Martedì calendario

I cinesi vogliono il 100% del Milan

L’attesa per la firma della cessione del Milan assomiglia sempre di più a una declinazione sportiva di “Aspettando Godot”. Al punto che l’ennesimo rinvio al contratto preliminare che dovrebbe essere sottoscritto tra Fininvest e la cordata cinese disposta a valutare il club rossonero 750 milioni non fa neanche più notizia. Lo è molto di più il fatto che le parti starebbero trattando non più per una cessione in due tempi (l’80 per cento subito, il resto in due anni), ma per una uscita immediata della famiglia Berlusconi dal capitale della società.
Un ennesimo colpo di scena nella tormentata vendita del Milan, i cui primi passi verso la ricerca di un acquirente risalgono ormai alla fine del 2014. Sarebbero stati i consulenti della cordata cinese (formata da una mezza dozzina di imprenditori i cui nomi rimangono più riservati del segreto bancario svizzero di qualche anno fa) a proporre a Fininvest di cambiare – ancora una volta – i termini del contratto. E questo spiegherebbe, almeno in parte, i continui rinvii. Perché ogni cambiamento – ricorda chi sta lavorando a stretto contatto con le parti – comporta traduzioni che fanno la spola tra Milano e Pechino, avvocati che si riuniscono in teleconferenza, interi commi che vengono riscritti. Ma come mai i cinesi si sarebbero convinti a prendere tutto subito? Sarebbero proprio le lungaggini delle trattative e le continue richieste arrivate da Fininvest e da Silvio Berlusconi a far capire ai nuovi acquirenti di dividere il prima possibile le strade, invece di una convivenza che – per quanto codificata nei minimi termini e sottoposta a penali molto alte in caso di violazioni – potrebbe rivelarsi più complicata del previsto. Anche fonti vicine a Fininvest ribattono che nemmeno i cinesi scherzano in quanto ad aggiustamenti progressivi; una situazione in cui è consigliabile un “divorzio” nel più breve tempo possibile.
Così come è complicata la gestione della società in questi giorni. Lo dimostrano le difficoltà con cui vengono condotte le operazioni di mercato, nonostante un accordo di massima raggiunto tra Fininvest e la cordata cinese sui giocatori chiesti da Vincenzo Montella. Adriano Galliani sta girando l’Europa a caccia di rinforzi, ma non è in grado di assicurare la chiusura delle trattative economiche fino a quando non ci sarà la firma del preliminare. Per non parlare di possibili rilanci quando si trova di fronte al concorrenza di altri club come è accaduto per la vicenda Pjaca. Di fronte a tutto ciò, il rinvio della firma del preliminare – come è probabile – di un’altra settimana appare come il male minore.