la Repubblica, 19 luglio 2016
Sul Bersanellum, ovvero un Mattarellum col premio
Nessun deputato nominato. Per essere più precisi, «nessuno avrà il posto garantito al 100 per cento», spiega Federico Fornaro che è uno degli autori della legge elettorale della minoranza del Pd. È questa la novità più evidente del sistema messo a punto dallo stesso Fornaro, da Andrea Giorgis e da Roberto Speranza per cambiare completamente l’Italicum, la norma voluta da Matteo Renzi. «Non è una semplice manutenzione». Per certi versi è un ritorno al Mattarellum perché 475 onorevoli (su 630) verrebbero eletti nei collegi uninominali mentre il 25 per cento restante servirebbe a distribuire il premio di maggioranza al primo arrivato e, in parte, a dare rappresentanza agli ultimi.
Quello che viene chiamato il “bersanellum”, dal nome del leader della sinistra interna del Partito democratico, non contiene dunque solo la cancellazione del ballottaggio. Sarà infatti un turno unico con i collegi che nelle intenzioni dei promotori è l’unica vera risposta alla crisi della politica, alla disaffezione dei cittadini, la soluzione destinata al recupero del rapporto tra elettori ed eletti. «Puntiamo a una rafforzamento della democrazia – dice Speranza – Noi abbiamo sempre criticato l’Italicum, io mi sono dimesso da capogruppo per non votare quella legge perché i nominati mettono in crisi il rapporto tra la gente e la politica».
La forza della legge elettorale ora in vigore è però la governabilità che il premier traduce nella formula «la sera del voto si sa chi ha vinto e chi governa». Questo è il punto a cui un nuovo sistema deve per forza offrire una via d’uscita per non tornare al proporzionale puro, alla Prima repubblica. «Ci sarà la governabilità anche se non nei termini di cui parla Renzi», argomenta Fornaro alla vigilia della conferenza stampa di oggi in cui verrà presentato l’articolato.
Il presidente del Pd Matteo Orfini ha aperto all’ipotesi di un modello greco. Ad Atene vige il proporzionale ma il primo partito ottiene il 15 per cento di premio, ovvero 50 deputati (su 350). La base del bersanellum non è questa, ma il premio ci sarà. Nel gruppo che sta limando la legge ci sono alcune divergenze. Giorgis ad esempio preferisce dare un peso maggiore alla rappresentatività a scapito della governabilità. La pensano all’opposto Fornaro, Speranza. I tre si vedranno anche stamattina per concordare gli ultimi dettagli.
Dunque, il 25 per cento del vecchio Mattarellum potrebbe essere diviso in un 13 per cento di premio e in un 12 delegato al diritto di tribuna. È un’ipotesi già resa pubblica qualche giorno fa da Miguel Gotor, altro senatore bersaniano. I promotori garantiscono di non aver discusso il testo con gli altri partiti. «Prima è giusto che siano i dirigenti del Pd a vederlo», dice Fornaro, «ma vuole essere un testo aperto. Tutti potranno emendarlo». Sarà una legge contro i 5 stelle visto che il ballottaggio favorisce i grillini? Si può fare una norma contro qualcuno? «Non è così – ribatte Fornaro – Se i 5 stelle vincono con il turno unico vanno lo stesso al governo. Evitiamo però che si saldino in due turni prima gli elettori antisistema e poi gli elettori che ancora distinguono destra e sinistra. Una pasticcio inaccettabile che farebbe vincere in teoria chi rappresenta solo il 20 per cento degli italiani».
Massimo D’Alema si concentra invece sul referendum costituzionale. Comincerà ora una campagna per il No. «Sulla Costituzione dev’esserci libertà di coscienza e non una campagna intimidatoria», dice durante In Onda su la7. «Finora, alle feste dell’Unità, hanno valorizzato le mie competenze di politica estera ma io non mi occuperò solo dell’estero perché ritengo giusto, come cittadino che ama il proprio paese, spendermi perché non venga adottata una cattiva riforma della costituzione». Il suo giudizio su Matteo Renzi e sul governo rimane molto critico. «Non rispetta i valori costitutivi del Pd. Renzi ha adottato il programma di Berlusconi». E chiude con una battuta che la dice lunga sull’analisi che del gruppo dirigente: «Io leggo i libri, credo sia contro la linea del partito, ma li leggo».