Corriere della Sera, 16 luglio 2016
La moglie del conte che gestisce la Ferrotramviaria
Rappresenta la proprietà e la storia di Ferrotramviaria: Gloria Pasquini, indagata con i due manager-dipendenti, Massimo Nitti e Michele Ronchi, porta il cognome di chi ha fondato l’azienda. Ma non è solo una presidente di rappresentanza, messa lì a tagliare nastri e presenziare convegni.
Il consiglio di amministrazione del 16 maggio scorso le ha attribuito, oltre a 144mila euro annui di stipendio, ampi poteri di gestione «per una sempre più efficace operatività dell’azienda». Poteri che vanno dalla stipulazione di contratti pubblici e privati alla gestione del personale fino alla compravendita di beni mobili o immobili. Insomma quasi un amministratore delegato oltre che presidente.
Il cognome Pasquini, del resto, è indissolubilmente legato alla Ferrotramviaria, fin da quando nel 1937 il conte Ugo rilevò la vecchia infrastruttura ferroviaria, successivamente rifatta, dai belgi della «Société des Chemins de Fer Economiqués». Il tracciato attuale è stato completato nel 1965. Negli ultimi anni, però, le cronache si sono occupate del cognome Pasquini per tutt’altre vicende. Quelle del conte Enrico Maria Pasquini, 68 anni, l’uomo che guidava la Ferrotramviaria fino a tre anni fa.
Il secondo (o primo?) lavoro del conte, totalmente slegato dalla gestione della ferrovia, era infatti quello di finanziere. È finito sotto i riflettori e sotto processo al termine di un’inchiesta della procura di Roma che gli ha contestato un maxi riciclaggio legato, appunto, all’altro business di famiglia: far viaggiare i soldi. Aveva creato, secondo l’accusa, un sistema societario tra San Marino e vari paradisi fiscali per far girare e ripulire il «nero» di una serie di facoltosi clienti. Il legame con la piccola repubblica era tale che ottenne il passaporto diplomatico come ambasciatore sammarinese in Spagna.
Dopo l’inchiesta il conte si è eclissato e il timone è passato a sua sorella Gloria, 65 anni. Le azioni del finanziere (25,4%), che forse temeva conseguenze patrimoniali dall’inchiesta penale, sono state girate alla moglie Clara Nasi e al figlio.
Nasi è un cognome che porta a Torino, in uno dei sancta sanctorum della finanza e dell’industria: la «Giovanni Agnelli & C», l’accomandita della famiglia Agnelli al vertice dell’impero industriale. La parentela, come si dice, è alla lontana.
La moglie del conte nonché azionista di Ferrotramviaria è figlia del barone Emanuele Nasi, cugino di Gianni Agnelli. E proprio per questo è azionista, con una quota di circa l’1%, nell’esclusivo «salotto» familiare torinese dove il figlio Emanuele Maria ha un microscopico 0,02%.