la Repubblica, 17 luglio 2016
Per mettere in sicurezza le sofferenze bancarie bastano 9 miliardi e non i 40 di cui parlano tutti
Non i 40 miliardi di euro di cui si è parlato in queste settimane per mettere in sicurezza le sofferenze nei bilanci dei principali gruppi bancari italiani. Ma una somma assai più bassa che nel migliore dei casi supererebbe appena i 9 miliardi.È un soluzione “low cost” quella che circola in queste ore tra molte banche e che è stata esposta anche al Tesoro e alla Vigilanza della Banca d’Italia. A proporla è Prometeia, il laboratorio bolognese di ingegneria creditizia che di recente ha giocato un ruolo anche nell’allestimento del fondo Atlante. Meno di un piano, dunque, ma più di un semplice esercizio accademico. Diciamo una mappa che dà nuove coordinate sul tema dei crediti deteriorati e in base alla quale potrebbero essere prese alcune decisioni politiche nell’immediato futuro.Prometeia prevede due percorsi distinti con il traguardo comune di portare lo stock di sofferenze che giace nei bilanci delle 13 banche italiane (quelle vigilate dalla Bce) dall’attuale copertura di circa 60 centesimi per ogni euro a un “coverage ratio” dell’80%. Se ogni euro di sofferenze fosse già coperto nei bilanci bancari a 80 centesimi – è il corollario – il loro prezzo si potrebbe allineare senza traumi a quei miseri 20 centesimi che oggi i fondi specializzati sono disposti a pagare per i crediti italiani andati a male. Conseguenza finale: banche con bilanci più sani dovrebbero sì ricapitalizzare, ma meno, vedendo ridursi il surplus patrimoniale che la Bce chiederà in inverno con l’esame di vigilanza macroprudenziale “Srep”. Esame che dovrebbe tener conto dell’esito del vicino stress test che l’autorità londinese Eba diffonderà il 29 luglio, e atteso negativo almeno per Mps.Il primo scenario prevede che le banche alzino nei loro bilanci la copertura delle sofferenze all’80% con maggiori svalutazioni calcolate a 34,7 miliardi. Ma intanto al netto dell’effetto fiscale l’effetto sul capitale complessivo sarebbe di 25 miliardi. E poi quelle stesse 13 banche oggi hanno un’eccedenza di capitale rispetto ai livelli minimi di Srep richiesti dalla Bce pari a 21,2 miliardi. È una trilussianissima media del pollo perché le 6 banche più sane, pur svalutando i crediti, avrebbero ancora un eccesso di capitale di 5,9 miliardi rispetto alle richieste Bce, mentre per gli altri sette istituti le svalutazioni porterebbero a un deficit di 9,1 miliardi. Il documento di Prometeia non fa nomi, ma è ovvio vedere tra le banche meglio messe Intesa- Sanpaolo e tra quelle in difficoltà Unicredit e Mps.Il dato di fatto, comunque, è che al sistema bancario basterebbero 9,1 miliardi di capitali freschi per tornare in regola con i requisiti – seppur minimi – di capitale richiesti dalla Bce. Allo stesso tempo si ritroverebbe con sofferenze che potrebbero essere vendute sul mercato anche al prezzo di saldo di 20 centesimi senza più effetti sui bilanci. Prometeia ipotizza poi che la Bce possa abbassare le soglie Srep per le banche italiane, visto che proprio grazie all’operazione di ripulitura dei bilanci queste sarebbero più sane. In particolare, se la soglia fosse ridotta di 50 punti base solo sei banche avrebbero bisogno di nuovo capitale per un totale di 6 miliardi; se la riduzione fosse addirittura di 100 punti base 5 banche avrebbero un fabbisogno complessivo di soli 3,2 miliardi.Nel secondo scenario il fondo Atlante dovrebbe rilevare a monte la metà delle sofferenze pagando 35 centesimi quelle con garanzie e 10 centesimi quelle senza, con un prezzo medio di 30 centesimi e dunque un impegno di circa 16 miliardi. Gli effetti per le banche sarebbero ovviamente migliori: 7 istituti avrebbero un’eccedenza di capitale rispetto ai livelli Srep di 7,6 miliardi e altri 6 un deficit di 6,5 miliardi. Se poi la soglia Srep calasse di 50 o 100 punti base si arriverebbe a un fabbisogno di capitale di 3,8 o 1,2 miliardi.Un esercizio di ottimismo finanziario? Non è detto. È vero che gli investitori potrebbero essere diffidenti di banche con scarsi “cuscinetti” di capitale in eccesso rispetto ai limiti regolamentari. E non è certo scontato che la Bce sia così vogliosa di abbassare le soglie Srep. Ma intanto – è la spiegazione che sta dietro il lavoro di Prometeia – il problema delle sofferenze è forse meno drammatico di come è stato raffigurato. E causare gravi danni al sistema bancario per una cifra che non arriva i 10 miliardi sarebbe un errore grave.