Il Messaggero, 18 luglio 2016
Giovanni De Carolis si conferma il pugile campione del mondo dei Supermedi
Ha vinto l’uomo prima del pugile. Hanno vinto la sua generosità, la sua determinazione, la sua voglia di rimanere sul tetto del mondo. Ha vinto la piccola e umile Italia pugilistica contro la ricca e influente organizzazione tedesca, capace di ferire una volta di più la parte più autentica della noble art, quella del rispetto per l’avversario, della sportività e del merito. E sì perché, sabato sera al termine del match che ha confermato Giovanni De Carolis campione del mondo, i cartellini dei tre giudici (114 a 114, 114 a 114 e 115 a 114 per Tyron Zeuge) sono apparsi ai più discutibili, lasciando intendere cosa sarebbe potuto accadere se il nostro connazionale non fosse stato capace di imporsi in modo così netto. Il verdetto di parità permette comunque al pugile romano di mantenere la cintura di campione del mondo Wba dei pesi Supermedi e questo è quello che conta insieme ad una prestazione straordinaria.
UMILTÀ E CONCRETEZZA
Quello di sabato sera all’arena di Berlino non è stato un incontro facile, tutt’altro. Il tedesco Zeuge si è confermato pugile coriaceo, intelligente e tecnico. Ma l’allievo del maestro Italo Mattioli è stato di più. Prime riprese a favore dell’italiano abile a conquistare il centro del ring, a sfruttare il suo maggior allungo e ad imporre la sua personalità. Poi il ritorno di Zeuge, che sembrava trovare le giuste contromisure, prendendo sovente il tempo a De Carolis. Gli ultimi tre round sono quelli decisivi e se li aggiudica nettamente il trentunenne romano, complice anche un infortunio alla spalla sinistra del tedesco costretto a combattere guardia destra e a limitare i danni. Ma sarebbe cambiato poco.
TUTTA ESPERIENZA
De Carolis torna in Italia con la cintura e con tanta esperienza in più. In Germania lo aspettano a fine anno per onorare un contratto che gli impone di difendere il titolo per un’altra volta contro un pugile della Sauerland che con ogni probabilità sarà Arthur Abraham o lo stesso Tyron Zeuge che ha subito chiesto una rivincita. «Per me un avversario vale l’altro a questo punto, in Germania mi sto iniziando a sentire di casa», dice con un pizzico di ironia Giovanni De Carolis. Che poi manifesta qualche perplessità: «Pensavo di aver vinto in maniera netta ma va bene anche così. Il mio avversario si è dimostrato molto più forte di Feigenbutz anche se meno potente. Non avrei problemi a ricombattere con lui, sono sicuro che uscirebbe fuori un altro grande match».
I GIUDICI
Il rischio di un verdetto casalingo, non ha mai impensierito De Carolis. «Ho sempre sentito il comando del match anche se lui era molto bravo a schivare ed a ripartire in velocità. Solo alla fine ho temuto la beffa, vedevo un po’ di agitazione tra i giudici e la lettura del verdetto è stata per me una liberazione». E ora? «Ora si va in vacanza per qualche giorno ma con la testa sono già alla prossima sfida. Sono felicissimo del risultato ma credo di poter far meglio e soprattutto sono consapevole del fatto che per rimanere in paradiso dovrò lavorare ancora tanto».