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 2016  luglio 18 Lunedì calendario

Come influirà la Cirinnà sull’eredità delle grandi aziende familiari

La ripresa lavorativa dopo le vacanze estive vedrà entrare nel vivo la legge che ha introdotto in Italia le unioni civili, estendendo alle coppie omosessuali, che costituiscano una «unione civile», tutta una serie di diritti propri dei coniugi.
Secondo le previsioni, le prime unioni civili potranno celebrarsi a partire da settembre. La legge è entrata in vigore lo scorso 5 giugno e l’8 luglio è stato trasmesso al Consiglio di Stato il decreto del presidente del Consiglio con le indicazioni e istruzioni per la celebrazione. Il Dpcm dovrà poi passare alla Corte dei Conti. Per questo Monica Cirinnà, prima firmataria della legge, aveva ipotizzato che le prime celebrazioni si sarebbero potute svolgere dopo l’estate.
Con le prime nozze omosessuali si introdurrà nel diritto successorio italiano un nuovo erede legittimo. Il grosso della riflessione riguarda, infatti, il diritto successorio, dal momento che unione civile e matrimonio danno origine agli stessi diritti in questo ambito.
Considerate le norme stringenti che caratterizzano il nostro Paese e il loro impatto sulle aziende familiari, vale la pena ragionare se e quanto la nuova normativa potrà rendere più complesso il passaggio generazionale, momento già delicato. Se vi fosse stata questa legge, avrebbe potuto essere diversa la storia di un gruppo come Versace? O potrà diventarlo quella di Dolce & Gabbana? Ma l’argomento non riguarda, naturalmente, solo il mondo della moda.
I figli«Non credo che ci saranno particolari conseguenze sugli assetti delle aziende e non credo che la legge delle unioni civili determini, come qualcuno li ha definiti, sconvolgimenti sulla gestione dei passaggi generazionali», dice Gianpiero Succi, socio di BonelliErede e team leader del Focus team private clients. Il punto – spiega l’avvocato – è che le coppie omosessuali solitamente non hanno figli (e la legge italiana ha escluso la possibilità di adozione nel caso di formazione di una unione civile) e, dunque, già oggi ciascuno dei due partner (assumendo l’assenza di ascendenti) poteva liberamente disporre a favore dell’altro del proprio patrimonio attraverso il testamento. Il caso in cui la nuova legge può determinare conseguenze è quello in cui uno dei partner abbia avuto (o dovesse avere) figli. In questo caso l’unione civile determina conseguenze sulla disponibilità della quota. Per la precisione, i figli vedono ridotta la quota di successione necessaria loro riservata dalla legge e, per converso, il partner può aspirare ad una maggiore porzione di eredità grazie alla combinazione fra la quota a egli riservata dalla legge e a quella di cui il de cuius possa liberamente disporre per testamento».
È d’accordo Arrigo Roveda, presidente del Consiglio notarile di Milano, il quale ritiene inoltre che alle unioni civili si applichino gli stessi benefici fiscali validi per i coniugi, secondo lo schema pubblicato in pagina. L’Agenzia delle Entrate per il momento non ha ancora fatto direttive in proposito, forse in attesa che il governo emani i decreti legislativi che ancora mancano e che dovranno essere pronti entro il 5 dicembre 2016 (ovvero entro sei mesi dall’entrata in vigore della legge). I decreti legislativi riguardano le norme di adeguamento dello stato civile, le trascrizioni dei matrimoni contratti all’estero, l’adeguamento delle normative che non sono menzionate nella legge.
Molti accordi familiari parlano della figura del coniuge e, in questo caso, sarà necessario aggiornarli prevedendo anche la figura dell’unito civile, sottolinea Guido Corbetta, professore ordinario di Strategia aziendale e titolare dell a cattedra Aidaf-Ey di Strategia delle aziende familiari all’Università Bocconi. «L’elemento importante, però, è che oggi c’è una certezza in più, con il riconoscimento di diritti che prima erano assenti». Quello che semmai si complica è che viene a irrigidirsi il già rigido sistema dell’eredità che rende difficile attribuire la gestione dell’azienda al migliore tra gli eredi. Su questo tutti gli esperti sono d’accordo: è il momento di mettere mano alla disciplina dell’eredità, aumentando la quota di cui si possa liberamente disporre.
Va qui ricordato, però, che l’unione civile è possibile solo per le coppie omosessuali, mentre in passato si era usato il termine «unione civile» per le convivenze registrate da alcuni Comuni italiani.
La legge Cirinnà ha, inoltre, normato le convivenze di fatto, possibili sia per le coppie eterosessuali che per le coppie omosessuali, istituto che attribuisce limitati diritti economici e non attribuisce diritti successori. «Tra le persone c’è molta confusione – conclude Anna Danovi, avvocata matrimonialista presidente del Centro per la riforma del diritto di famiglia —. Per adesso le persone che abbiamo incontrato avevano soprattutto bisogno che venissero loro chiarite le differenze tra i due istituti previsti dalla legge».