17 luglio 2016
L’Isis rivendica l’attentato di Nizza • Chi era l’attentatore Mohamed Lahouaiej Bouhlel • Si cercano ancora gli italiani • Più di 200 morti nel tentato golpe in Turchia • Tutte le stranezze del golpe • Due donne uccise dai mariti • Le espulsioni dei dissidenti dal M5S sono illegittime, dicono i giudici • Rudy Guede si laurea in carcere • Il quiz per diventare commesso da Strand
Nizza L’Isis rivendica la strage di Nizza. Un comunicato molto breve, cinque righe, in arabo, trasmesso dall’agenzia di comunicazione ufficiale Amaaq: «L’autore dell’operazione di schiacciamento a Nizza, in Francia, è uno dei soldati dello Stato Islamico, che ha eseguito questa azione rispondendo all’appello di colpire i cittadini della coalizione che combatte lo Stato Islamico». Il profilo di Mohamed Lahouaiej Bouhlel è molto lontano da quello di un ligio musulmano (alcol, niente preghiere, niente ramadan, delinquenza), ma ieri tre persone sono state arrestate a Nizza, dopo l’ex moglie e un altro conoscente fermato due giorni fa. Tra loro c’è chi ha parlato agli inquirenti di uno «spostamento recente verso l’Islam radicale» (Montefiori, Cds).
Mohamed A proposito di Mohamed Lahouaiej Bouhlel, il dottor Hamouda, che l’aveva curato in adolescenza in Tunisia, dichiara che questi «soffriva di alterazione della percezione della realtà, quindi di un principio di psicosi». Alla tv Bfm il padre dell’uomo aveva raccontato delle «crisi» di cui era preda. Bouhlel sembrerebbe un uomo influenzabile. Sul suo cellulare «contatti interessanti», scrive le Monde: conoscenze che rimandano alla rete jihadista di Nizza, capace di spingere alla guerra un centinaio di foreign fighters. Alcuni dei nomi collegati a Bouhlel rimandano al numero uno dei reclutatori locali, Omar Diaby, ex ragazzino sbandato dell’Ariane, convertito in prigione all’Islam estremo, predicatore di fondamentalismo dei quartieri orientali, oggi quasi quarantenne combattente in Siria (Coppola, Cds).
Italiani Non si sa ancora quanti italiani sono rimasti coinvolti nell’attentato di Nizza. Non si ha notizia di una decina di essi. Mentre i corpi non identificati sono ancora 16, la Farnesina non esclude che siano coinvolti nostri connazionali (Del Frate, Cds).
Golpe/1 Nel tentato golpe in Turchia ci sono stati dei morti: secondo fonti filogovernative sono stati 280, tra cui molti civili e almeno 108 soldati golpisti. I feriti complessivi sarebbero quasi 1.500. Gli arrestati sarebbero circa 3 mila. Emerge inoltre un dato inquietante: quasi 2.800 giudici sarebbero stati licenziati o arrestati. Tra loro anche 10 togati dell’Alta Corte, uno dei massimi organi dello Stato. Nessuno sa per quale motivo ciò è avvenuto. Probabilmente perché Erdogan si sente ora talmente forte da poter colpire le sue opposizioni storiche, anche quelle che non hanno nulla a che fare con i golpisti. Migliaia di soldati rivoltosi sono stati subito portati in carcere e interrogati. Erdogan ha subito promesso: «I responsabili pagheranno caro. La nostra vendetta sarà dura e senza tregua. Non ci sarà grazia per i traditori». Voleva cambiare la Costituzione, ora per lui sarà più facile farlo (Cremonesi, Cds).
Golpe/2 Erdogan ha chiesto agli Stati Uniti l’estradizione dell’imam Fethullah Gülen, indicato da Ankara come l’ispiratore dell’atto di tradimento. Accuse che lo stesso Gülen ha definito fantasie. Gülen, che dal 1999 vive in esilio in Pennsylvania, si è dichiarato estraneo (Sarcina, Cds).
Golpe/3 Il Cds ha intervistato un giornalista, di cui non dice il nome, secondo cui il golpe è fasullo: «Un golpe di sole quattro ore non avrei mai potuto immaginarlo, neppure nello stato libero di Bananas». Spiega: «Le Forze armate turche erano in agitazione, in opposizione a Erdogan, accusato di molte nefandezze: repressione della libertà di stampa, rifiuto di partecipare attivamente alla coalizione contro il terrorismo. Ma la bassa forza, molti colonnelli e graduati minori non avevano realizzato che gli alti comandi si erano avvicinati al sultano». La bassa forza era influenzata da Fetullah Gulen. Il viaggio di Erdogan nei cieli d’Europa? «Temo che qualcuno, anche qualche collega, abbia confuso Erdogan con Ocalan. Pensate possibile che Erdogan lanci un appello al popolo invitandolo a scendere nelle strade e a proteggere il Paese, mentre vola su Francoforte, pronto a scendere a Berlino per inginocchiarsi davanti a Merkel supplicando asilo politico? Solo a pensarci mi vien da ridere». Il presidente era «in vacanza, a Marmara. È salito sull’aereo diretto ad Ankara, poi ha preferito dirigersi a Istanbul, avendo saputo che c’erano migliaia di persone ad attenderlo. Fine del golpe, 4 ore dopo. Ma per cortesia, siamo seri finalmente». A chi ha giovato duesto “minigolpe”? «A Erdogan. È molto più forte. Magari spera di avere i voti per cambiare la Costituzione e creare una Repubblica presidenziale» (Ferrari, Cds). [Sull’argomento leggi anche il Fatto del Giorno]
Delitto/1 Loretta Gisotti, 54 anni. Estetista, esperta di trucco, sposata da più di dieci anni con Roberto Scapolo, 48 anni, rappresentante di commercio nel settore ottica, un uomo giudicato da tutti calmo e paziente. Non avevano figli e vivevano in una bella casa, con un grande e curato giardino in cui si prendevano cura degli amati cani: un bastardino e un dobermann. La Gisotti nella coppia era quella che comandava: brava sul lavoro, determinata, non sopportava che il marito fosse sempre così disordinato. La mattina presto di ieri si stavano preparando per partire per le vacanze. L’uomo finì di sistemare le valigie in macchina, ma la moglie s’innervosì per il modo in cui aveva posizionato i bagagli. Rientrati in soggiorno, lo accusò di essere, come al solito, impreciso. Come mai aveva fatto prima, Scapolo perse la testa: prese un martello e lo diede in testa alla moglie per tre volte, poi la prese per il collo e finì di ammazzarla. Quindi prese la macchina e andò a presentarsi alla caserma dei carabinieri, ai quali spiegò tutto, con calma. Alle cinque e quarantacinque di sabato 16 luglio, in una casa di Laveno Mombello, provincia di Varese.
Delitto/2 Maria Licari, 70 anni. Da anni si prendeva la quotidiana razione di botte che le somministrava il marito, Giovanni Baiada, 80 anni, meccanico in pensione. I motivi erano sempre diversi: i soldi per la spesa, la pasta che non piaceva. Fu così anche l’altro giorno, quando decise di percuoterla, chissà perché, con un soprammobile. Smise solo quando la vide morta, poi diede una pulita a tutte le tracce di sangue e uscì per andare a prendere il caffè al bar con gli amici. Al ritorno mise in scena la sorpresa: chiamò i carabinieri e disse che sua moglie era caduta e morta. Con un semplice controllo al luminol venne fuori la verità, confortata dalle parole dei figli che raccontarono per la prima volta la vita di botte della loro madre. Mattina di venerdì, a Carini (Palermo).
M5S Un’ordinanza del Tribunale civile di Napoli ha bocciato come «illegittime» le espulsioni dei 36 dissidenti dal M5S e ha disposto, in via cautelare, il loro reintegro. Il dissenso o la presunta violazione di regole interne, per i giudici non contano: «È prevalente l’interesse degli esclusi a non veder pregiudicato, fin da subito, il loro diritto a partecipare alla vita del Movimento: magari da posizione antagonista rispetto alla linea del gruppo dirigente». In altre e meno tecniche parole: non è così, sembra ammonire il verdetto, che si sconfigge il dissenso in un «partito politico» quale il M5S è, per i giudici, «a tutti gli effetti» (Sannino, Rep).
Guede Al carcere Mammagialla di Viterbo, dove sta scontando 16 anni per l’omicidio di Meredith Kercher, Rudy Guede si è laureato con 110 e lode in Scienze storiche. Ha discusso la tesi Storia e mass media. I mezzi e i luoghi della divulgazione storica. In carcere Guede aveva preso anche il diploma (Rep).
Quiz Strand, libreria storica al Greenwich Village di New York, da cica quarant’anni sottopone i suoi aspiranti commessi a un quiz di letteratura, che consiste in un questionario che chiede di abbinare scrittori e libri. I commessi non sono gli unici a dover affrontare il quiz. Lo fanno anche quelli della squadra Books by the Foot, che assemblano le collane televisive e cinematografiche, i dipendenti del punto vendita Strand in un negozio Club Monaco nel quartiere Flatiron e nei chioschi nella zona di Central Park e Times Square. Anche per lavorare al magazzino di Sunset Park, Brooklyn, bisogna superare un quiz (Correal, Rep).
(a cura di Daria Egidi)