Corriere.it, 15 luglio 2016
Cosa sappiamo di Mohamed Lahouaiej Bouhlel, l’attentatore di Nizza
Ha cercato il massacro Mohamed Lahouaiej Bouhlel che la sera del 14 luglio ha investito centinaia di persone assiepate sul lungomare listando a lutto la festa per eccellenza in Francia. E secondo quanto emerge con il passare delle ore, era un’azione premeditata.
Chi era Mohamed, «depresso e instabile»
Trentuno anni, franco-tunisino, autista di professione per una società di consegne, residente a Nizza: questo il profilo dell’uomo Mohamed Lahouaiej Bouhlel alla guida del tir utilizzato per la strage. La polizia lo ha identificato grazie alle impronte digitali. Secondo le prime indiscrezioni, l’uomo era sposato con tre figli, ma stava divorziando e aveva problemi di soldi. Non solo. Secondo quanto riferisce l’emittente BfmTv, da quando era iniziata la procedura per il divorzio, Mohamed appariva «depresso e instabile». I vicini lo descrivono come un uomo poco religioso, che non seguiva pedissequamente i precetti della sua religione e che «non aveva fatto per intero il Ramadan quest’anno».
«Consegno gelati» e la polizia lo ha lasciato andare
Con il passare delle ore emergono particolari sulla ricostruzione dell’attentato. Bouhlel era stato fermato nel pomeriggio del 14 luglio per un controllo. Aveva infatti parcheggiato il camion in prossimità della Promenade des Anglais, in un punto in cui i veicoli non erano autorizzati a restare in vista della serata di festa e di grande affluenza. Agli agenti che gli chiedevano di spostare il camion, Mohamed Lahouaiej Bouhlel aveva spiegato che consegnava gelati. Ed la polizia lo ha lasciato andare.
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Alle spalle precedenti per piccoli reati
Al 31enne, secondo France Info, corrisponde il profilo di un uomo non noto ai servizi segreti, ma alla polizia per reati di violenza minore, in particolare una recente lite. Alle spalle, insomma, una storia fatta di piccoli reati. L’uomo era in libertà vigilata dal 27 gennaio scorso per un violento diverbio in seguito a un incidente stradale: aveva tamponato quattro veicoli dopo essersi addormentato al volante. Non era mai stato indagato o interrogato per terrorismo o come integralista, ma per atti di violenza e uso di armi. E, secondo il quotidiano francese Le Figaro, avrebbe agito da solo.
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A bordo carta di credito, cellulare e armi «fittizie»
L’autista del camion ha falciato chiunque trovasse sulla sua strada, procedendo per due chilometri a zig-zag tra la folla, e ha sparato più volte con una pistola calibro 7.65 prima di essere ucciso dalla polizia. A bordo del camion la polizia ha trovato armi di grosso calibro ma, si è saputo da fonti vicini alle indagini, tutte false: armi «fittizie» e una granata «non operativa». Sul camion del terrorista, riferiscono fonti di polizia, sono stati trovati anche una patente, una carta di credito e un telefono cellulare. La polizia ha perquisito l’abitazione del killer, un piccolo appartamento situato in boulevard Henri Sappia, un quartiere a nord della città, dove l’uomo aveva vissuto per un periodo insieme alla moglie.
Il camion noleggiato il giorno prima dell’attentato
Il camion con cui è stata compiuta la strage, un tir del peso di 25 tonnellate e senza targa, era stato noleggiato il 13 luglio. Questi i dettagli che emergono a poche ore dall’attentato. Era stato noleggiato a Saint-Laurent-du-Var, un comune dell’area urbana di Nizza, da cui dista 5 chilometri.
Le indagini e l’inchiesta
L’ufficio del procuratore di Parigi ha aperto un’inchiesta per «omicidio e tentato omicidio in un gruppo organizzato legato a un’impresa terroristica». Secondo quanto riferisce Le Figaro, il guidatore del camion «era solo a bordo del veicolo» e «se ha avuto complici, è stato a monte». La polizia sta esaminando le immagini della videosorveglianza cittadina per capire esattamente da dove è partito l’attentatore. Secondo quanto riportato dal quotidiano Nice Matin, la polizia avrebbe trovato una seconda carta di identità all’interno del camion.