la Repubblica, 15 luglio 2016
Questa Coppa Davis vista dal vecchio scriba in riva al mare
Scrivo di fronte al mare. È una strana sensazione, dopo aver passato quindici giorni di fronte a un praticello di un cottage inglese, di dove sentivo il suono della palla dei vicini campi di allenamento di Wimbledon. Anche dal mio balconcino sento, insieme al frangersi delle onde, un suono simile, quello del paddle (paletta) che sta diventando di moda. Non posso evitar di notare il fascino delle giocatrici, che continuano, chissà perché, a indossare il reggipetto. Quando anche simile retaggio di un mondo in via di scomparizione verrà dimenticato, le donne ultimerrano la rivoluzione in corso, e la Fed Cup diverrà più importante della Coppa Davis. La mia prospettiva marina, diversa da quella sui prati, mi è utile anche nell’intuire il perché dell’assenza da Argentina-Italia del miglior tennista disponibile, Juan Martin Del Potro. Raggiunto il terzo turno di Wimbledon dopo un match affascinante contro Wawrinka, Del Potro non ha proceduto nel torneo in cui l’avevo ritenuto secondo solo a Raonic e Murray. Dopo 4 anni di frequentazioni ospedaliere più che tennistiche, era infatti stanco. Così, mentre tutti gli aficionados pesaresi apparivano increduli, ammirando quel giovanottone di due metri, dall’apparente ottima salute, Juan ci avrebbe confermato, al Teatro Rossini, che al posto suo il capitano Daniel Orsanic avrebbe inviato ad abbronzarsi come un bagnante altri due atleti meglio disposti ad ungersi di creme solari, Monaco e Del Bonis: altri due lavoratori con racchetta, i nonni dei quali giungevano dall’Italia del sud, ai tempo in cui i migranti eravamo noi.
Assente dunque Del Potro, ma non dal doppio, specialità ormai obsoleta e rimasta importantissima solo in Davis, Italia-Argentina, match che noi vincemmo a Mar del Plata due anni fa si annuncia imprevedibile. I precedenti testa a testa tra i primi a scendere in campo darebbero favorito Seppi su Del Bonis, per un precedente nel 2014, ma Andreas, nella conferenza stampa, ha accennato ben due volte alle 4 settimane precedenti passate sui prati, laddove il suo avversario fu sconfitto al 5° da Fognini, a Wimbledon. Il secondo match, se le pessime previsioni meteorologiche lo consentiranno, vedrà un Fognini, mi auguro non inferiore a quello di Wimbledon, contro Monaco, con il quale è in svantaggio per 1 a 3, ma ha riportato proprio l’unica vittoria nella Davis di Mar del Plata. Nel doppio sarà probabilmente un handicap sia l’assenza dell’infortunato Bolelli, sia la presenza del freschissimo Del Potro. Il quale potrebbe ritornare sulla scena domenica, al posto di uno dei suoi compagni, una domenica che, solo per ora, prevede il Fognini-Del Bonis appena visto a Wimbledon (precedenti 3-2) e Seppi-Monaco (3-3). Match difficile da prevedere addirittura per i bookmakers, figuratevi per il vecchio scriba.