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 2016  luglio 15 Venerdì calendario

Nove anni di carte e 19 uffici diversi per intervenire su 13 km di binari

Sono passati quasi 10 anni dalla decisione, ma dei lavori per ammodernare la ferrovia tra Corato e Barletta non c’è traccia. Addentrarsi nelle carte e procedure che stanno dietro quest’opera fantasma, che se realizzata avrebbe salvato la vita di 23 persone, significa perdersi in un labirinto burocratico che sembra costruito apposta per allontanare e complicare l’apertura dei cantieri. Un sistema kafkiano dove le responsabilità sono disperse in mille rivoli affinché ciascuno possa ricorrere allo scaricabarile e lavarsi la coscienza.
Come si spiega che un’opera tutto sommato piccola sulle Ferrovie del Nord Barese, deliberata nel 2007 e per la quale sono disponibili i 180 milioni di euro necessari, non sia stata ancora realizzata, al punto che di rinvio in rinvio l’ultima decisione della Regione Puglia è stata quella di stralciare il progetto per inserirlo nel nuovo Po Fesr (Programma operativo del Fondo europeo di sviluppo regionale) 2014-2020, visto che quello vecchio 2007-2013 è ormai scaduto?
Andiamo con ordine. Il Po Fesr della Puglia per il 2007-13 fu adottato con decisione comunitaria il 20 novembre 2007. Si tratta di un piano di 280 pagine redatto dalla Regione (ogni Regione interessata ne prepara uno) con il preciso obiettivo di ottenere quanto più possibile di finanziamenti europei e cofinanziamenti nazionali. Si affollano quindi «indicatori statistici» e «tendenze socioeconomiche» per giustificare gli interventi, raggruppati in 8 priorità, tanto generiche quanto banali, che certo non favoriscono la concentrazione delle risorse su pochi progetti davvero prioritari. No, qui si va dalla «Promozione, valorizzazione e diffusione della ricerca e della innovazione per la competitività» all’«Uso sostenibile ed efficiente delle risorse ambientali ed energetiche per lo sviluppo», alle «Reti e collegamenti per la mobilità», forse la più chiara delle 8 priorità, che prevede anche la voce «Adeguamento e potenziamento delle ferrovie locali».
Voi direte: bene, se il Po Fesr è approvato a Bruxelles, si possono cominciare i lavori. E invece no perché il Po Fesr, in realtà, è solo il librone delle buone intenzioni per farsi assegnare i soldi, ma poi, una volta centrato l’obiettivo, tutti se la prendono comoda, molto comoda. Nello specifico, il progetto di massima messo a punto da Ferrotramviaria spa, società privata concessionaria della linea, verrà approvato dal consiglio regionale solo il 4 maggio 2011, cioè tre anni e mezzo dopo il Po Fesr. Prevede il raddoppio per 13 chilometri del binario tra Corato e Barletta, proprio dove è avvenuta la sciagura, e altri interventi di ammodernamento dell’infrastruttura. Il tutto con «particolare riferimento alla sicurezza» del servizio, si legge. Il progetto, inviato a Bruxelles, riceve il via libera 11 mesi dopo, il 27 aprile del 2012. Insomma anche la commissione europea ha la sua burocrazia. A questo punto che succede? Dal progetto di massima bisogna passare a quello esecutivo. Passano altri due anni e finalmente viene aggiudicato il primo appalto per i lavori che riguardano la stazione Andria Sud, mentre per la tratta interessata al raddoppio del binario la Regione pubblica il bando solo il 19 aprile 2016 (scadrà tra qualche giorno, il 19 luglio), cioè quattro anni dopo il via libera dell’Ue. E quando già si è deciso di spostare l’opera sul Po Fesr 2014-20.
Infiniti passaggi procedurali per ottenere autorizzazioni di ogni tipo, l’iter defatigante delle espropriazioni con i conseguenti ricorsi e una giungla di autorità rendono quasi impossibile velocizzare i tempi. Lo stesso Po Fesr elenca minuziosamente tutti i soggetti che presidiano alla realizzazione delle opere. Quattro autorità: di Gestione; di Certificazione; di Audit e quella Ambientale. Ciascuna con i propri vertici e uffici. Poi ci sono gli «Organismi», che sono addirittura sette, anche questi con i propri uffici e dirigenti: 1) Valutazione della conformità; 2) Ricezione dei pagamenti; 3) Esecuzione dei pagamenti; 4) Coordinamento per la trasmissione delle domande di pagamento (cioè ben tre «organismi» sulla stessa materia); 5) Coordinamento dei controllo; 6) Comitato di sorveglianza; 7) non meglio specificati «Organismi intermedi». Pensate sia finita? No, il Po Fesr elenca anche 8 «Sistemi di attuazione», la cui definizione vi risparmiamo, per portare a termine l’opera. Quando, non ha importanza.