Corriere della Sera, 15 luglio 2016
Il problema per Conte non sarà far correre i giocatori, ma la tattica
In Inghilterra i giocatori amano lavorare sul campo, Conte non avrà problemi nel far «passare l’estate più dura della loro vita» come ha subito detto mescolandosi un po’ con un qualunque sergente Ryan. Quello che gli sarà meno facile sarà parlare di tattica nel suo modo asfissiante. Quando Ranieri un anno fa arrivò a Leicester, la prima cosa che si sentì chiedere dai suoi giocatori fu di sgobbare ma di parlare poco di tattica. Gli inglesi vengono da un calcio storico dove le due parole erano correre e combattere. Amano sentirsi liberi. Ranieri li accontentò. Ma Ranieri è l’opposto di Conte. Il problema non è adesso, il primo anno lo seguiranno tutti, avidi e ciechi delle loro voglie. Il problema arriverà l’anno prossimo, come per Mourinho. I movimenti obbligati stancano quel tipo di calcio. Non conta essere bravi tecnici, conta la mentalità che trovi. C’è un’integrazione necessaria anche per chi allena. Il «Contismo» prevede ubbidienza totale nel campo e fuori, attenzione su ogni palla, sincronia quasi esasperata tra un uomo e l’altro. Rende molto, costa molto. In fondo ai tre anni di successi alla Juve erano tutti prostrati, giocatori, società e tecnico. Credo che adesso i giocatori del Chelsea si entusiasmeranno, Conte è una cura che balza agli occhi, cancella subito i sintomi della malattia e il Chelsea è da un anno una squadra malata. Conte andrà benissimo in Inghilterra, perché è molto bravo e perché gli inglesi sono giocatori che vogliono essere motivati. Ma vogliono soprattutto giocare con il calcio, non soltanto eseguirlo. C’è un altro pericolo, più generale. Tutto il campionato inglese sta prendendo un forte connotato italiano. Ranieri, Guidolin, Mazzarri, Conte e perfino Mourinho che nelle sue ossessioni è ritenuto dei nostri. È tanta gente per un popolo che pensa di aver inventato il calcio. Cominceranno presto a guardarci con sospetto, a deridere l’invasione, ci saranno ampi fenomeni di rigetto. La stampa popolare è già li che aspetta. E Conte è un permaloso, tutti lo siamo. Affronta duramente lo stress ma lo subisce anche. E questo è un confine non tracciabile. Il pronostico comunque è tutto per lui. Ce la farà sicuramente, oggi. Domani poi, si sa, è un altro giorno.