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 2016  luglio 15 Venerdì calendario

Che musica ascoltano i ventenni?

Avere vent’anni. E dimostrarne il doppio, per colpa del curriculum. La generazione Anni ’90, bollata come figlia del disimpegno, trova un riscatto artistico nella musica. Rispetto ai loro fratelli maggiori hanno trovato un linguaggio per comunicare. Un codice esistenziale che spalanca le porte, oltre a orecchie e cuore, dei giovani. Fedez di anni ne ha 26. Ma per catalogo di esperienze di vita già vissute sembra adulto da sempre. Dischi, collaborazioni («Vorrei ma non posto» con J-Ax è il singolo più suonato del momento), personaggio tv grazie a «X Factor» e ora scrittore con la social biografia «FAQ – A domanda rispondo».
La chiave di tutto è internet. Persino per i rapper, che cavalcano il genere del decennio. «Facilita l’ascolto, azzera le distanze» spiega Rocco Hunt, 21 anni e già la responsabilità di essere la voce di un sud che rappando gioie e dolori vende dischi. «Ho trovato una chiave per raccontare il passato ai giovani d’oggi» dice. I rapper sono i portabandiera di questa generazione. Ragazzi diventati uomini sui marciapiedi delle loro adolescenze. Emis Killa, sulla scia di dischi d’oro, è sbarcato in tv: prima nel jukebox di «Gol Deejay», poi da giudice di «The Voice». A Fabio Rovazzi, 22 anni, non è servita la televisione. Per «colpa» della sua «Andiamo a comandare» passerà l’estate in giro per locali. Ma alle spalle, c’è una vita da produttore seriale di video virali. «Saper maneggiare la rete consente di essere sempre innovativi pur essendo autodidatti. Io senza internet nemmeno esisterei» spiega.
Sicuramente non esisterebbero Benji & Fede (23 e 22 anni cadauno). «La nostra storia dimostra che a 21 anni si possono avere già tante cose da dire» dicono. Disco d’esordio di platino e ora la scoperta del mercato latino con il brano «Eres Mia» insieme al rapper spagnolo Xriz. Il vero miracolo di Benji & Fede è stato aver piazzato un libro («Vietato smettere di sognare») per due settimane in cima agli scaffali. «Per molti ragazzi è stato il primo libro che hanno letto. Il segreto della nostra generazione è la comunicazione tra colleghi. Abbiamo voglia di imparare dagli altri».
Dagli altri ha imparato Francesca Michielin, 21 anni. Iscritta a due corsi di laurea e immersa in una continua ricerca musicale. Tra gli studi di Conservazione culturale e Alberto Angela eletto come uomo ideale. «Vivo come se avessi una puntina sotto il sedere: per crescere non bisogna mai mettersi comodi» il motto di Francesca, reduce dall’Eurovision Song, dove ha rappresentato l’Italia dopo il secondo posto a Sanremo. Palco su cui sono passati il trio de Il Volo (età media 24 anni), già considerati gli ambasciatori del belcanto nel mondo. Un’altra donna nata grande è Joan Thiele, che da Desenzano del Garda grazie alla sua chitarra prima ha conquistato i pub e poi è andata a registrare un brano negli Usa.
Figli di questa dorata gioventù anni ‘90 sono anche cantautori come Calcutta, 27 anni, di cui tutti i colleghi parlano bene. Romano come Wrongonyou, 26 anni, (Marco Zitelli all’anagrafe), dimostrazione che si può fare folk in chiave elettronica anche in Italia.
E poi c’è lo spagnolo Alvaro Soler, 25 anni, che italiano ormai lo è d’adozione, ora tenta di ripetere la manovra tormentone riuscita con «El mismo sol» con «Sofia». Alvaro si è guadagnato la sedia in giuria a «X Factor» e la stima delle mamme italiane: faccia pulita, parla quattro lingue e suona un pop più cortese di certe mode rap. Da «X Factor» è uscito con la corona Lorenzo Fragola, 21 anni, che poi ha iniziato la trasformazione giocando a fare il nuovo Mengoni, ma anche un Chris Martin alla siciliana. Altri figli dei reality (il trampolino più gettonato per i ragazzi degli anni ‘90) sono Michele Bravi, 21 anni, l’ex «tesorino» di Morgan e Alessio Bernabei, che a 23 anni, ha già provato l’ebbrezza di uscire dal gruppo: da ex Dear Jack, sarà la voce del nuovo Trolls, nella versione originale doppiato da Justin Timberlake.
Tra i personaggi dell’estate su Spotify c’è poi Motta. Fisicamente un mix di Richard Ashcroft e Mick Jagger. Musicalmente un altro cantautore con qualcosa di cantare. Ha 29 anni e il suo brano (nostalgico) si intitola «La fine dei vent’anni». Epitaffio ideale di una generazione capace di non affogare nella gavetta che in Italia generalmente si pretende prima di dare la patente del successo.