Corriere della Sera, 14 luglio 2016
Consigli ai turisti inglesi da Eugenio Montale
Più di 450 mila Americani prenderanno quest’estate le loro vacanze in Europa, e specialmente in Italia, ove il cambio è per essi particolarmente favorevole. Pare che alla Casa Bianca si conti anche sulla massa di dollari che accompagnerà questi visitatori per integrare gli effetti terapeutici del piano Marshall.
È una medicina che possiamo inghiottire a occhi chiusi, senza timore d’esserne disgustati. In compenso i turisti inglesi, che si annunziano pure in gran numero, non potranno ottenere dalla loro Banca di Stato che un’assegnazione di 35 sterline, più cinque in biglietti e due in argento. Calcolando tra i 15 e 20 giorni la durata media del loro soggiorno in Italia, non vi sarà certo da scialare. Ma si sa che i tempi sono duri per gli Inglesi da quando essi hanno vinto la guerra. Quarantadue sterline fanno, a un cambio onesto, settantacinquemila lire. Con un po’ di giudizio, ci si può staro dentro.
Acquisti irrinunciabili
Ma, obietta il Manchester Guardian in una gustosa lettera da Roma, come si può fare una vacanza in Italia senza girare un poco per i negozi e riportare a casa qualcuna di tante belle cose che vi si trovano in tanta abbondanza, e tutte senza tessera o punti? Almeno dieci sterline bisogna assolutamente metterle da parte per questi acquisti e qualcosa bisogna tenere anche per un po’ di formaggio, di miele, di riso e per un bel fiasco di vino da offrire in famiglia al ritorno (se ne beva qualche sorso per non pagare dogana). Insomma, resterebbero 20 sterline, lo stretto necessario per un paio di settimane.
E qui cominciano i difficili conti. La camera? Da sola vi può costare, con le tasse, più di mille lire al giorno. Bisogna trovarla per meno, e si può, perché a Roma ed altrove ci sono tanti alberghetti e pensioncine di modeste pretese che farebbero affaroni se potessero far conoscere la loro esistenza ai futuri turisti in Inghilterra. Nei sobborghi di Roma certi studenti inglesi hanno trovato alloggio, senza bagno, ma pulito, persino a 300 lire per notte. Ma bisogna anche mangiare e, calcolando a un minimo di 800 lire la stanza, ne rimane appena un migliaio per soddisfare l’appetito.
Fate come i romani, consiglia la lettera; sedetevi al sole, davanti a un gaio caffeuccio, e ordinate un caffelatte. Panini, burro e marmellata costerebbero troppo, ma un’ottima pasta l’avrete per 30 lire. Per il lunch, le possibilità sono infinite: ristoranti economici statali, rosticcerie dove si vede girare lo spiedo, e il pesce in gradella e i legumi freschi sono gustosi che mai. Sedete al banco e ve la caverete con tre o quattrocento lire.
Attenti alle trattorie
Se avete più pretese guardate però attentamente i listini dei prezzi esposti in vetrina, perché rischiate grosse sorprese. Il vino, che si paga a parte, conviene berlo soltanto la sera, perché di giorno fa caldo. Alla sera potrete largheggiare un po’, ma occhio al menu. Gli Italiani stessi lo consultano prima di entrare in un locale, e non v’è proprio nulla di male. Se poi farete un’escursione nei dintorni, fate prima un cartoccio di provviste da bocca che aprirete in una osteria, ordinando un quarto del vino locale. Le trattorie di campagna sono carissime, roba da borsaneristi. Il tè è meglio portarselo dall’Inghilterra, perché è fuori prezzo. Il tram costa meno che l’autobus. A Venezia non occorre andare in gondola; nemmeno i veneziani lo fanno. Le guide a stampa, che si trovano dappertutto, sono più economiche e danno più soddisfazione che le guide parlanti. Non domandate poi agli Inglesi residenti in Italia di prestarvi danaro da rendere in Inghilterra, perché anch’essi sono strettamente razionati.
Oh, mitico popolo dei cinque pasti, a che cosa sei ridotto! Ma sentite la conclusione, che vi toccherà il cuore: «Anche a viaggiare in questo modo, in alberghi e ristoranti modesti, la bellezza della scena e la schietta accoglienza che i visitatori inglesi trovano qui rendono il viaggio memorabile».
Articolo intitolato «Largo ai turisti!», pubblicato sul Corriere di Informazione del 7-8 luglio 1948.