Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2016  luglio 14 Giovedì calendario

Le risate e i siparietti di Bush alla cerimonia di Dallas

L’ex presidente repubblicano George W. Bush ha canticchiato, ha fatto finta di dirigere il coro, ha riso e fatto ridere Michelle Obama. Tutto sul palco del Meyerson Symphony Center di Dallas, l’altro giorno, nel corso della cerimonia interreligiosa in memoria dei cinque poliziotti assassinati giovedì 7 luglio. Sui siti dei giornali e sui Social sono arrivate molte critiche: l’aggettivo più usato è «imbarazzante». Bush, 70 anni appena compiuti, ha letto un breve discorso, come da programma, ed è stato applaudito. Ma quando i cantori intonavano The Battle Hymn of the Republic, si è scomposto, urlando Glory, Glory Hallelujah, muovendo le braccia e coinvolgendo la moglie Laura che provava a contenerlo. Il naso e le guance arrossate. Inevitabili le illazioni sui tabloid americani. Dalle più velenose, «sembrava ubriaco», alle più preoccupanti, «non sarà malato?». Ma forse niente di tutto questo: «Era solo una reazione emotiva», lo ha difeso Donna Brazile, vice presidente del Comitato nazionale dei democratici: «Lasciatelo stare».