Il Sole 24 Ore, 13 luglio 2016
Rcs, Cairo e Bonomi sul mercato sono testa a testa
A tre giorni dal termine, l’Opas Cairo raggiunge il 9,5% di Rcs, con le azioni apportate da Intesa (4,2%) e forse anche quelle di Urbano Cairo in UT Communication. Con il 2,1% di adesioni all’Opa, la cordata Bonomi sale invece al 24,25%. I due fronti della contesa sarebbero sostanzialmente testa a testa, a stare alle stime di mercato secondo le quali l’editore piemontese potrebbe contare già su quasi il 25% del capitale dalla sua parte. Per superare la soglia minima del 35%, l’Opas deve puntare sul retail, la classe di investitori più disponibile a considerare lo scambio azionario. I piccoli risparmiatori potrebbero avere in mano il 15-20%, ma nessuno può saperlo con certezza perchè dall’8 aprile, quando è stata annunciata l’offerta di Cairo, tutto il flottante di Rcs è passato di mano almeno una volta.
Più difficile tentare con l’Opas gli investitori entrati recentemente sul titolo Rcs che, aderendo all’Opa lanciata da Andrea Bonomi con Diego Della Valle, Mediobanca, UnipolSai e Pirelli – arrivata a 1 euro per contanti – hanno la prospettiva di guadagnare dal 100% nel giro di poco più di tre mesi al 20-25% nel giro di poche settimane. Intanto il titolo Rcs si è avvicinato ancora alla soglia dell’euro: +0,82% ieri a 0,987 euro.
Ad ogni modo, Urbano Cairo – alla presentazione dei palinsesti de La7 – si è detto «molto confidente» sul successo della sua proposta. Perchè – ha spiegato – «ho alzato moltissimo il prezzo e ho ascoltato i suggerimenti dei tanti investitori che ho incontrato, un centinaio tra Milano, Ginevra, Londra e in tutto il mondo. Ci piace moltissimo il progetto, mi hanno detto, però aggiungi un po’ di cassa. Anche tutti i miei advisor mi suggerivano di aggiungere cassa. Io volevo fare un’operazione diversa, tutta Ops, ma poi nelle ultime ore ho deciso di rilanciare con una componente cash di 25 centesimi».
Sulla controversia del valore del corrispettivo è ancora polemica a distanza. Andrea Bonomi, con la sua cordata, ritiene che il corrispettivo offerto – 0,18 azioni Cairo communication più 25 centesimi cash per ogni azione Rcs consegnata – vada rettificato fino a 14 centesimi nell’ipotesi estrema in cui l’Opas raggiunga il 100% di Rcs e l’esborso cash 130 milioni (Intesa ha messo a disposizione un finanziamento da 140 milioni): ci sono calcoli di matematica finanziaria a supporto di questa tesi. Ma l’editore piemontese, che la vede diversamente, ha replicato ancora ieri: «È incredibile che una persona che è in tutte quelle aziende dica una cosa del genere. Se lo pensa sono preoccupatissimo per i suoi sottoscrittori, altrimenti recita». Intanto, ha precisato, non è possibile arrivare con l’Opas al 100%, perchè la cordata concorrent parte da una pabase superiore al 22% e poi, ha ribadito, «io sostituisco un attivo di cassa con un attivo di azioni Rcs: o Bonomi pensa che non valgono niente o valgono almeno l’euro che ha offerto lui». Quanto all’osservazione del board Rcs, preoccupato che l’indebitamento dell’offerente pregiudichi la capacità di investimento, Cairo ha risposto: «Sta parlando un cda che di debito ne ha fin troppo. Noi se arriviamo a 100 milioni con la parte in contante, perchè di più non è possibile, saremo pressochè senza debito. Inoltre all’assemblea del 18 luglio chiediamo la delega per aumentare il capitale fino a 70 milioni, che ho intenzione almeno in parte di sottoscrivere per non diluirmi. E in Rcs non c’è bisogno di fare tutti questi investimenti».
Su quale sarà da considerare l’Opa prevalente, per Cairo è «chiarissimo». L’Opa prevede una soglia minima del 30%, l’Opas del 35%. «Entrambi – ha ricordato – abbiamo detto che possiamo considerare di accettare il quantitativo minimo posto che questo ci permetta di governare l’azienda». Allora, ha aggiunto, «se noi, per ipotesi, arriviamo al 40% e loro al 30%, noi possiamo revocare questo consiglio, cosa che farò subito, e nominarne uno nuovo. Intanto prendiamo le deleghe e cominciamo a operare: se governo io non possono governare loro». «Mi auguro non ci siano strascichi legali – ha aggiunto, in risposta a una domanda in tal senso – Spero ci sia un regolatore che sappia dare risposte senza rischio di smentite e ricorsi».
Cairo ha voluto anche sottolineare che «è falso che il nostro piano sia uguale al loro». Però «non vi sfuggirà che il consiglio Rcs è stato nominato dai quattro della cordata più Fiat, meno Bonomi (in realtà il board è stato nominato con un patto-lampo al quale ha contribuito Intesa, ma non UnipolSai, ndr). Sembrerebbe strano che propendessero per la mia offerta, il loro cuore batte per l’Opa Bonomi. Non mi stupisco».
Se l’Opas avrà successo, per compensare la diluizione del controllo, Cairo procederà con un reverse accelerated bookbuilding per ritirare dagli investitori istituzionali il 5% di Cairo Communication (non di più perchè scatterebe l’Opa). Un ulteriore sostegno al titolo (+2,07% ieri a 4,542 euro), che già gode del paracadute del dividendo straordinario da 0,256 euro se l’offerta non andasse a buon fine. «Sapete, a me piace avere il 51%», ha chiosato. Di vendere La7, comunque, non se ne parla.