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 2016  luglio 13 Mercoledì calendario

I buchi nascosti nelle Landesbank tedesche

La crisi che è esplosa di recente sulla banca regionale di Brema, la Bremer Landesbank, non si è abbattuta come un fulmine a ciel sereno. E ricalca nel suo svolgimento molte delle crisi succedutesi negli ultimi anni sulle Landesbank e le Sparkasse tedesche, la vera ossatura del sistem a bancario tedesco in mano pubblica. L’epilogo per la cassa di Brema è nella maxi-svalutazione delle attività nello shipping, entrato in crisi già dal 2008. Un buco da 400 milioni di accantonamenti che verrà spesato quest’anno e che finirà per mangiarsi quasi un terzo dell’equity dell a banca tedesca. Che a questo punto sarà costretta a ricapitalizzare o perire. E qui nascono i problemi, perchè alcuni dei grandi soci pubblici sembrano poco intenzionati ad aprire il portafoglio. La maxi-pulizia porta del resto il Cet1, il parametro con cui la Vigilanza sorveglia le banche ben sotto la soglia del 10%. La Bremer Landes non è nuova a problemi sul capitale. Già a fine 2014, come riporta l’agenzia Fitch il Cet1 era sceso all’8%. La storia recente della Bremer Landes dice che la banca ha sempre corso sul filo del rasoio quanto ai requisiti di capitale. Ora però la maxi-perdita sui prestiti al settore navale dice che spazi per maquillage e piccole correzioni sul filo del rasoio non saranno più possibili. È interessante notare come la banca abbia tentato negli ultimi anni di rimandare il più possibile la pulizia di bilancio per evitare di mettere a nudo le sue criticità.
In questo i banchieri tedeschi non sono dissimili a qualsiasi altro banchiere. Le svalutazioni sui crediti infatti sono state fatte con il contagocce. Erano solo 24 milioni nel 2010 e hanno cominciato a salire anno su anno senza però compromettere (apparentemente) la salute del bilancio. Nel 2015 erano arrivate a 340 milioni su ricavi per mezzo miliardo. Ora in un colpo solo altri 400 milioni di svalutazioni. Le perdite sulla cantieristica navale erano di fatto irrecuperabili già qualche anno fa. Ma la svalutazione ha camminato a passo di lumaca. Lo dice il tasso di sofferenze che erano mano a mano salite fino a toccare il 14% a fine 2015, un dato per il sistema tedesco eclatante. Su un attivo di 29 miliardi trovarsi ora con capitale per meno di un miliardo mette la banca a forte rischio di sottocapitalizzazione. La storia della banca di Brema si è già vista molte volte sulle Landes tedesche. Basti pensare a Hsh e in generale a un sistema che nonostante sia stato stampellato con ricapitalizzazioni miliardarie, continua ad avere leverage ratio ben al di sopra della media della banche italiane o spagnole. Poco capitale, quello appena indispensabile, e crediti malati presenti con forza anche nel cuore del sistema bancario tedesco, tenuti in realtà in bonis in bilancio a sonnecchiare sperando che passi la tempesta.
La maxi-pulizia a Brema dice che il gioco è finito anche in terra tedesca. Un gioco quello di rimandare le pulizie di casa nei conti delle banche che non rende dissimili le banche tedesche dalle altre banche d’Europa. Altro che Deutsche Uber alles.