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 2016  luglio 13 Mercoledì calendario

La truffa milionaria ai danni di Ilaria D’Amico

Abito rosa salmone, grandi occhiali da sole: Ilaria D’amico passa la mattinata in Tribunale, a piazzale Clodio. Deve testimoniare in un processo che la vede parte civile contro quello che definisce «quasi come una tata, persona vicina da 15 anni»: Davide Censi, suo ex commercialista, ora sotto processo perché accusato di averle sottratto oltre 1,2 milioni di euro che erano destinati al pagamento delle tasse.
La giornalista sportiva siede davanti ai giudici della nona sezione penale, solleva gli occhiali sui capelli e risponde per più di un’ora alle domande delle parti. Del comportamento di Censi dice il peggio possibile. «Ci ha accoltellati alle spalle. È stato un incubo, faceva il suo lavoro in modo sciatto, come fosse un macellaio». In realtà più che un commercialista, l’imputato è un ragioniere, ma per anni ha curato la sua contabilità, e alla fine l’ha fatta trovare nei guai con il fisco. Tanto che tra il 2009 e il 2011 D’Amico è stata indagata dalla procura per una presunta evasione fiscale.
TOTALE FIDUCIA
Così ieri mattina, parlando di lui e di quanto aveva fatto, ha dichiarato: «Era più di un commercialista per me e la mia famiglia, era una specie di tata che seguiva la mia contabilità da oltre 15 anni e verso di lui riponevo totale fiducia».
A farle prendere coscienza di quanto stava accadendo sarebbero stati proprio i finanzieri. «Sono arrivati il 17 giugno del 2013 alle sette e mezza del mattino a casa mia a Milano – è ancora il suo racconto – Mi hanno detto, signora stiamo facendo accertamenti. Sono sospette alcune modalità con cui sta pagando quanto dovuto al fisco». «E poi cosa è successo?», domanda il pm. «Ho chiesto spiegazioni al commercialista e lui si è innervosito, ha chiamato mia madre e ci ha consegnato tutti i nostri faldoni». A quel punto, la giornalista sceglie un altro studio. I nuovi professionisti a cui si rivolge ricostruiscono da zero la contabilità. «Hanno dovuto rimettere insieme anni di cattiva amministrazione e di sciatteria – afferma – Pensi, signor giudice, che pochi giorni fa mi è stato consegnato un pignoramento di 55 mila euro per ricorsi depositati senza senso. Il comportamento di Censi mi ha creato un gravissimo danno di immagine. Sono finita sui giornali come una persona che evade le tasse».
LA FAMIGLIA
D’Amico dichiara poi quanto persino sua madre fosse stata ingannata dal ragioniere. «Lei mi fa da procuratrice, si fidava talmente tanto di Censi da avergli firmato fogli in bianco. Potrebbe aver firmato qualsiasi cosa». Insomma quel milione e duecentomila euro di tasse da pagare sarebbero finite chissà dove, e tutto a loro insaputa. «Lui prendeva i soldi attraverso delle consulenze delle quali non ero a conoscenza – continua la testimonianza – Gli avevo affidato la mia contabilità, mi ha accoltellata alle spalle, però non so se fosse in cattiva fede, non credo. Una persona che si comporta così avrebbe avuto tutto l’interesse a tenere lontana la Finanza. Solo che ora sto pagando cifre mostruose per errori stupidi di amministrazione contabile». La prossima udienza si svolgerà il 10 gennaio 2017, verranno sentite la madre e la sorella della giornalista.