la Repubblica, 13 luglio 2016
Entrano Guzzanti e Minoli, esce Crozza: La7 cambia
A scelta, con La7 ci si divertirà, o incuriosirà parecchio in stagione, oppure il canale verrà risucchiato nella battaglia che si fa tosta tra reti minori quanto generaliste – con le ambizioni rinnovate di 8 e 9, Sky e Discovery. Siccome sono in ballo piccole quote di pubblico potrebbero farsi male tutti, ma poi chissà, potrebbero farsi male quelli grossi. Comunque, vietato girarci intorno. Crozza. Se n’è andato, a Discovery, ma alla presentazione palinsesti Urbano Cairo, boss della situazione in piena eccitazione da opa e ops e Rcs, raramente visto così in forma, conferma che Crozza fino alla fine del 2016 onorerà il contratto, con lo show del venerdì e gli interventi da Floris. E poi parte in quarta, così, Cairo: «Crozza lo guarderò ancora, se riesco a trovarlo». E una. «Crozza nel 2013 faceva l’11 per cento, è sceso al 7 e beh, insomma». E due. «Crozza? Voi lo vedete sempre perché mandiamo le repliche, ma in una intera stagione produce una ventina di puntate inedite da poco più di un’ora, insomma venticinque ore all’anno con quel contratto, dieci milioni di costi… beh». E tre. Come a dire, magari Crozza resterà fino a dicembre, ma potrebbe esserci da divertirsi davvero.
Le novità. La domenica torna in tv Giovanni Minoli con i faccia a faccia (esultanze sparse di quelli convinti che in tv si sia inventato tutto trent’anni fa e poi basta) e soprattutto andrà a sfidare Fabio Fazio come collocazione oraria. Fazio, non la Littizzetto. Arriva Luca Telese insalutato transfuga da Mediaset e per lui è un ritorno e c’è già in pista Scanzi con una cosa di calcio. A Piazza Pulita di Formigli sbarca Sabina Guzzanti, magari è un tracciato parallelo per vedere l’effetto che fa e magari un giorno farla salire in ruoli appunto alla Crozza.
E alla fine contano le conferme. Ovvero l’inossidabile e istituzionale Lilli Gruber, oppure il talk iperpopulista con varie derive alla scie chimiche di Gianluigi Paragone, il blocco informativo del mattino, a primavera torna anche Abatantuono con il suo talent di comici o gente che si crede tale. E infine i due che reggono gli spazi liberi, ovvero Giovanni Floris che ribadisce il suo DiMartedì in assenza ora del concorrente Ballarò e cerca uno spin-off alla Alberto Angela – vagamente – tra musei e cose d’arte da mandare sul tardi della serata (Cairo: «Lui vorrebbe chiamarla “‘Di Arte-dì”. Si capisce?». Purtroppo sì).
E per ultimo il king vero, ossia Mentana, presentato ormai con formula «Le fantastiche maratone-Mentana». Già da settembre partirà con degli speciali sul referendum, c’è da rabbrividire su quante ore si potrà andare avanti nell’imminenza del voto (e alla fine si tratta di aspettare quei dieci secondi di quella sera in cui si dirà Ha vinto No o Ha vinto Sì). Ma la missione è quella e anche qui si correrà il rischio di divertirsi davvero.