Corriere della Sera, 13 luglio 2016
Timbratori di cartellino con una scatola in testa
BOSCOTRECASE (NAPOLI) Il portone del palazzo municipale è regolarmente aperto, ma girando per i corridoi ci si imbatte in uffici completamente vuoti. Il sindaco di Boscotrecase Pietro Carotenuto recita l’elenco: «Anagrafe, Stato civile, Ambiente e Politiche sociali sono fermi, non c’è nessuno che possa lavorarci». È avvilito, il sindaco. Telefona in prefettura, chiede un incontro al prefetto, vuole capire come può fare.
Come può fare a tenere aperto un Comune in cui lavorano sessanta persone e trenta sono finite sotto inchiesta per assenteismo. Impiegati, funzionari, tecnici, operai. Perfino i vigili urbani, comandante compreso. C’è di tutto nell’ordinanza firmata dal giudice delle indagini preliminari del tribunale di Torre Annunziata Giovanni de Angelis, che su richiesta della Procura guidata da Alessandro Pennasilico ha disposto gli arresti domiciliari per sei degli indagati, mentre per gli altri si va dalla sospensione dell’esercizio del pubblico ufficio, all’obbligo di presentarsi due volte al giorno (esclusi domenica e festivi) ai carabinieri. Solo quattro non hanno ricevuto alcun provvedimento, ma restano comunque sotto inchiesta.
La tecnica utilizzata per risultare presenti al lavoro ma in realtà andarsene in giro a fare i fatti propri era sempre la stessa: la regolare strisciata del badge, anche per conto terzi, e l’altrettanto regolare abbandono degli uffici comunali per durate che potevano essere di pochi minuti quanto di ore. Uno dei vigili indagati, per esempio, dopo aver timbrato il cartellino lasciava il servizio anche per tre o quattro ore, e i carabinieri, che hanno condotto le indagini compilando decine di relazioni di servizio, sono riusciti a stabilire che in concomitanza con l’orario di lavoro andava in giro alla guida del furgone con il marchio del supermercato gestito dalla sua famiglia, consegnando merce o andando a caricare, e poi a scaricare, gli approvvigionamenti per il magazzino.
Un suo collega, invece, si guardava bene dal fare il doppio lavoro. Lui pure passava il badge sotto la macchinetta marcatempo per poi subito andarsene, e pure lui stava fuori abbastanza, almeno un’ora, se non di più. Ma gli investigatori lo hanno fotografato in un bar di Pompei, seduto a un tavolino, con davanti un caffè, un cornetto e il giornale aperto sulle pagine sportive.
Colpisce il coinvolgimento dei vigili (uno, sospettando che ci fosse una indagine in corso, avrebbe anche tentato di saperne di più proprio dai carabinieri, rimanendo ovviamente senza risposte), però le accuse più gravi (truffa aggravata ai danni di un ente pubblico e false attestazioni in servizio) sono a carico di quattro addetti alle pulizie e due dipendenti dell’ufficio Tributi e Stato civile, e cioè i sei che sono finiti agli arresti domiciliari. Tra loro c’è pure quello che quando ha capito di essere finito nel mirino dei carabinieri, non si è minimamente preoccupato di filare dritto. Certo di essere ripreso da qualche telecamera, si è presentato davanti alla macchinetta con una scatola di cartone in testa, e ha continuato a timbrare il cartellino e ad andarsene in giro anziché in ufficio.
Nella sua ordinanza il gip parla di «escalation di condotte truffaldine» e di «fenomeno delittuoso» che «per diffusione e ampiezza, per la pluralità dei pubblici funzionari coinvolti in relazione alle dimensioni dell’ente locale», e «per la stessa tracotanza con cui si è rivelato, se non adeguatamente fronteggiato rischia seriamente di perpetuarsi». E aggiunge che il fenomeno dell’assenteismo al Comune di Boscotrecase non appare «certamente frutto della decisione estemporanea dell’uno o dell’altro impiegato, ma è da ritenersi «senz’altro risalente nel tempo, se solo si pensi alla densità degli episodi monitorati in appena un bimestre circa», e cioè quasi 250.
Il sindaco Carotenuto sta cercando di far rientrare qualcuno dalle ferie, ma in questo periodo non è facile trovare chi è disposto al sacrificio, soprattutto sapendo che a provocare l’emergenza non è stato un evento imponderabile ma la furbizia di certi colleghi.
Il sindaco non riesce proprio a capacitarsi: «Avevamo una sola persona in servizio all’ufficio Anagrafe, una alle Politiche sociali e una all’Ambiente: e sono tutte e tre coinvolte nell’inchiesta. All’ufficio di Stato civile invece ce n’erano due, e sono indagate entrambe. E poi c’è il capo della Ragioneria, che è pure vicesegretario comunale, quello dei vigili. E a fine mese dovremmo approvare il bilancio... Ma chissà come ci arriveremo a fine mese. Oggi proprio non lo so immaginare».