Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2016  luglio 13 Mercoledì calendario

Uno scontro tra treni fa 27 vittime • L’Italia a binario unico • Da dieci anni si parla del raddoppio dei binari sulla linea dell’incidente • I tagli ai treni dei pendolari • Sono mute le scatole nere del volo Parigi-Cairo precipitato a maggio • I banchieri si aumentano gli stipendi • Il Senato qust’anno spenderà 540 milioni • Nel napoletano 30 impiegati comunali indagati per assenteismo


Treno Intorno alle 11 di ieri due treni pieni di pendolari si sono scontrati tra Andria e Corato. Andavano a circa cento chilometri orari in un tratto della linea che collega Bari a Barletta. Nella zona dell’incidente il binario è uno solo, percorso da treni in entrambi le direzioni. Per avanzare su questa parte di linea i treni si servono di una procedura chiamata blocco telefonico. Ognuna delle due stazioni chiama l’altra per avvertirla della presenza dei treni. Uno dei due viene fatto partire, l’altro resta in attesa che il binario sia libero. Ieri, non si sa ancora per quale motivo, i due treni sono partiti entrambi dalle stazioni e si sono trovati a tutta velocità subito dopo una piccola curva, che impedisce la visuale e l’azionamento anticipato dei freni in caso di pericolo. Così i due convogli si sono praticamente fusi: i primi due vagoni di entrambi sono come esplosi, spargendo ferraglia per i campi d’ulivi attorno ai binari. Non vedendoli arrivare le stazioni hanno dato l’allarme, una decina di minuti più tardi sul posto dell’incidente sono arrivati i primi soccorsi. Al momento si contano 27 morti, cui si sta tentando di dare un’identità. I feriti sono più di 50: 7 in prognosi riservata, 23 ancora ricoverati, 27 sono tornati a casa. Una delle prime vittime identificate è stata trovata in mezzo all’uliveto: è Giuseppe Acquaviva, 51 anni, agricoltore, investito dai rottami dell’incidente mentre era sul campo a controllare il tubo dell’irrigazione (Amabile, Sta; Colaprico, Rep; Buccini, Cds). [Sull’argomento leggi anche il Fatto del Giorno]

Ferrovie La maggior parte della rete ferroviaria italiana viaggia ancora a binario unico. Oltre 9.000 chilometri sui 16.000 in mano a Rfi, il gestore dell’infrastruttura ferroviaria nazionale. Molti di più in percentuale se si guardano le reti concesse, cioè non controllate direttamente dallo Stato: 6.000 su circa 6.500 chilometri totali. Il binario unico non è di per sé sinonimo di scarsa sicurezza. A fare tutta la differenza del mondo c’è la tecnologia. Oggi ci sono una serie di sistemi che permettono di controllare automaticamente i treni in caso di errore umano. Il 100% delle linee gestite da Rfi è coperto da questi dispositivi, designati da acronimi come SCMT (sistema controllo marcia treno) o SCC (sistema di supporto alla condotta), che impediscono ai macchinisti di superare i limiti di velocità e bloccano il treno se il conducente ignora il rosso. La «tecnologia» usata in Puglia invece è vecchia di oltre cent’anni: il via libera telefonico. Capostazione, macchinista e capotreno si sentono al telefono per avere il semaforo verde e proseguire. L’errore umano è sempre possibile (Tebano, Cds).

Binari Il progetto per il raddoppio del binario sulla linea coinvolta nell’incidente c’è da dieci anni. Nel 2007 quel progetto, del valore di 180 milioni di euro poi ridotti a 145, veniva inserito nella lista delle opere da finanziare con i fondi della programmazione comunitaria 2007-2013. Da allora passano cinque anni, ma di quel raddoppio non se ne fa nulla. Nel 2011, l’allora assessore regionale ai trasporti, Guglielmo Minervini, prometteva la conclusione dei lavori entro il 2015 con realizzazione di parcheggi, nuove stazioni, eliminazione di passaggi a livello, interramenti e altre infrastrutture. Partono solo i lavori di raddoppio per otto chilometri tra le stazioni di Ruvo e Corato, ma dei lavori sull’intera linea neanche l’ombra, anche perché il via libera da Bruxelles arriva solo ad aprile 2012. Il governatore Emiliano prova a velocizzare l’iter, spacchettando il progetto del doppio binario e inserendolo nella nuova programmazione di fondi comunitari 2014-2020. Lo fa attraverso una delibera datata 18 settembre 2015. L’approvazione da parte della Commissione europea arriva con un provvedimento del 4 dicembre. Devono passare altri quattro mesi, il 19 aprile di quest’anno, per vedere finalmente messo a gara il progetto della Andria- Corato per un importo a base d’asta di 31,6 milioni di euro. Il 16 giugno sul sito di Ferrotramviaria si pubblica un avviso di proroga della scadenza di presentazione dell’offerta al primo luglio per le offerte relative alla gara di appalto (Cassano, Rep).

Tagli L’ultimo rapporto Pendolaria di Legambiente dice che il servizio ferroviario regionale ha subito dal 2010 a oggi tagli valutabili nel 6,5%, mentre le tariffe continuavano ad aumentare. È successo in tutta Italia, ma il Sud è stato letteralmente massacrato: -9,8% in Abruzzo, -12,1 in Sicilia, -15,1 in Campania, -18,9 in Basilicata, -26,4 in Calabria. In Puglia c’è stato il -3,6, ma i biglietti sono rincarati di oltre l’11%. Negli ultimi cinque anni sono stati chiusi 1.189 chilometri di ferrovie, con la soppressione di linee un tempo fondamentali per il Sud, come la Pescara-Napoli (Rizzo, Cds).

Volo Le scatole nere del volo Parigi-Cairo precipitato il 19 maggio nel Mediterraneo non hanno registrato gli ultimi minuti dell’A320 di Egyptair. I registratori erano stati danneggiati nell’impatto e per questo mandati dalle autorità egiziane nei laboratori parigini del Bea (Bureau d’Enquêtes et Analyses) in modo da poterli leggere. Oltre 1.200 parametri di quel volo sono stati analizzati, ma a sorpresa le due scatole nere sono improvvisamente mute diversi minuti prima che l’A320 cada in picchiata. Il blackout accade nello stesso momento in cui i messaggi Acars (Aircraft Communications Addressing and Reporting System) mandano il segnale di sette avarie in tre minuti (tra le 2.26 e le 2.29 di quella notte), allertando sulla presenza di fumo a bordo, prima in una toilette e poi nel comparto avionico, il cuore elettronico dell’aereo (Ginori, Rep).

Banche Nel 2015 gli amministratori delegati delle otto maggiori banche italiane si sono aumentati lo stipendio in media del 9,7% e il valore della parte azionaria dei loro compensi (in sostanza le stock option monetizzate lo scorso anno) è cresciuto del 68%. E pensare che i compensi dei maggiori Ceo bancari internazionali sono saliti lo scorso anno solo del 7,6%. Gianni Zonin ha lasciato la Popolare di Vicenza sull’orlo del crac staccandosi per gli ultimi undici mesi di lavoro un assegno di un milione di euro. Cinque ex-dirigenti della banca sono usciti di scena con 5,2 milioni di buonuscita (4 solo per Samuele Sorato). Antonio Vigni ha mollato nel 2012 il Monte Paschi di Siena lasciando un bilancio in rosso per quasi 5 miliardi ma consolandosi con una buonuscita da 4 milioni. Siamo lontani dai 20 milioni di premio alla carriera per l’ex-numero uno di Capitalia Cesare Geronzi, ai 37,4 incassati dall’istituto capitolino da Matteo Arpe e dall’assegno di 40 milioni finito ad Alessandro Profumo quando ha dato l’addio a Unicredit. Ma almeno loro hanno lasciato in eredità aziende allora in salute. Veneto Banca, messa in ginocchio dalla crisi, ha liquidato Vincenzo Consoli nel 2015 pagandogli 880mila euro per le 7 mensilità di lavoro e l’indennità di mancato preavviso. Quello ha fatto causa all’istituto chiedendo altri 3,51 milioni per il mancato rispetto del patto di risoluzione consensuale. Si attende la sentenza (Livini, Rep).

Senato Stando all’ipotesi di bilancio di previsione (ancora provvisorio) che deve essere discusso e approvato dal collegio dei Questori, quest’anno il Senato dovrebbe spendere 540 milioni. Nel 2015, a fronte di previsioni di spesa per 540,5 milioni, le uscite effettive a consuntivo si sono fermate a 495 milioni. Il grosso della spesa di Palazzo Madama sarà assorbito dal personale eletto (senatori ed ex) e non eletto (dipendenti, di ruolo e no, e pensionati). In tutto 436,4 milioni, oltre l’80% delle uscite totali. Per le spettanze dei senatori in carica se ne andranno 79,4 milioni: 42,1 per le indennità previste dal regolamento e altri 37,2 per rimborsi vari. Poi ci sono i costi per il personale di ruolo: altri 98,8 milioni. E per quello non di ruolo: 21,4 milioni. Senza contare la spesa previdenziale che inciderà sui costi del Senato per 235,7 milioni (il 43,6% delle uscite complessive). Nel restante 20% delle uscite ci sono 8,9 milioni per i servizi informatici; 4,6 per locazione e utenze; 6,2 per la manutenzione ordinaria; 1,4 per beni di consumo, compresi carta e cancelleria; 3,6 per le assicurazioni e 1,7 per la ristorazione (Sta).

Impiegati Nel Comune di Boscotrecase, Napoli, ci sono 60 impiegati: 30 sono finiti sotto inchiesta per assenteismo. Impiegati, funzionari, tecnici, operai. Perfino i vigili urbani, comandante compreso.Per 6 sono stati disposti gli arresti domiciliari, mentre per gli altri si va dalla sospensione dell’esercizio del pubblico ufficio, all’obbligo di presentarsi due volte al giorno (esclusi domenica e festivi) ai carabinieri. Solo quattro non hanno ricevuto alcun provvedimento, ma restano comunque sotto inchiesta. La tecnica utilizzata per risultare presenti al lavoro ma in realtà andarsene in giro a fare i fatti propri era sempre la stessa: la regolare strisciata del cartellino, anche per conto terzi, e l’altrettanto regolare abbandono degli uffici comunali per durate che potevano essere di pochi minuti quanto di ore. Uno di quelli finiti ai domiciliari, accortosi della telecamera che lo riprendeva, si è presentato davanti alla macchinetta con una scatola di cartone in testa, e ha continuato a timbrare il cartellino e ad andarsene in giro anziché in ufficio (Bufi, Cds).

(a cura di Daria Egidi)