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 2016  luglio 13 Mercoledì calendario

In Italia - settima o ottava potenza industriale nel mondo - esistono ancora i binari unici, quelli dell’unità o del regno di Sardegna

In Italia - settima o ottava potenza industriale nel mondo - esistono ancora i binari unici, quelli dell’unità o del regno di Sardegna. I treni li percorrono uno per volta, e c’è tutto un sistema che dovrebbe garantire... Ma ieri in Puglia il sistema non ha funzionato, qualcuno s’è sbagliato e due treni si sono scontrati frontalmente, con conseguenze disastrose: almeno 23 morti (ma alla fine saranno di sicuro più di trenta) e 50 feriti, di cui sei in prognosi riservata. Una tragedia da terzo mondo.

Che cosa s’è capito fino a questo momento?
S’è capito poco. I dati essenziali sono questi: erano le undici e mezza di ieri mattina, la tratta è quella che connette Ruvo, un centro a poca distanza da Andria, e Corato. Siamo nel Barese settentrionale. Uno dei due convogli doveva essere fermo in una delle due stazioni (Andria o Corato) e invece stava correndo addosso all’altro. Andavano a cento all’ora. L’impatto è stato tremendo: di un treno è rimasto intatto solo l’ultimo vagone, dell’altro gli ultimi due. Benché l’incidente sia avvenuto in campagna, all’altezza del cimitero di Corato, i soccorritori sono arrivati quasi subito. Si sono cominciati a estrarre i corpi dalle lamiere, anche un bambino piccolo, ferito per fortuna non gravemente. I feriti sono stati trasportati negli ospedali di Bari, Barletta e Bisceglie. È stato messo in funzione anche il Palazzetto di via Germanico ad Andria. Chi sa o teme di avere avuto familiari o amici su uno dei due convogli può rivolgersi qui o di persona o telefonando ai numeri 331.171.31.03 o 0883.299.750 o anche 0883.299.416 o 0883,299.411. Il ministro Delrio, che è corso subito sul posto, ha disposto una commissione d’inchiesta, Renzi è arrivato ieri sera alle 20. Ha detto che bisogna fare la massima chiarezza sulle responsabilità. Oggi il Parlamento osserva un minuto di silenzio.  

Le Ferrovie dello Stato che dicono?
Cioè, Trenitalia. Trenitalia non c’entra praticamente niente. Il materiale rotabile e i convogli appartengono a Ferrotramviaria, che gestisce privatamente l’area, 196 treni al giorno e pure servizi con autobus di linea. Agisce grazie a un contratto con la Regione Puglia. L’infrastruttura sviluppa una rete di 83 chilometri elettrificati a scartamento ordinario, di cui 40 a doppio binario, e 43 a binario unico. L’area interessata, a nord-ovest di Bari, è di 1.400 chilometri quadrati, e serve un bacino di 700 mila abitanti. Sono in corso lavori per il raddoppio della linea unica, ma non nella tratta dell’incidente, dove non ci sono impedimenti di sorta. E ieri in Puglia era una giornata splendida. L’errore umano è la spiegazione più probabile.  

Ma questa tratta unica è informatizzata o no?
Sul binario unico tra Andria e Corato non c’è automatizzazione ma è previsto un sistema a chiamata tra le stazioni, un «blocco telefonico». Le stazioni e i capistazione devono avvisare dell’arrivo dei treni e trasmettere le informazioni ai macchinisti. Una delle due stazioni non ha quindi bloccato uno dei due treni o uno dei due treni non ha ricevuto o rispettato il blocco. «Uno dei due treni è di troppo, quale lo chiarirà l’inchiesta», ha detto ai giornalisti il direttore generale di Ferrotramviaria, l’ingegner Massimo Nitti.  

Quando si saprà qualcosa delle vittime?
Uno dei due macchinisti è morto, dell’altro non si hanno notizie sicure. Telenorba ha mostrato una madre e una bambina abbracciate strette ed estratte cadaveri dalle macerie. Tra le salme c’è di sicuro quella di un ragazzo minorenne. Per il resto si sa ancora poco. Telefonano dalle ambasciate per avere notizie, perché la linea coinvolta porta anche all’aeroporto di Bari, dunque è possibile che a bordo vi fosse qualche straniero. Quelli che sono arrivati per primi sul posto parlano di uno scenario apocalittico: «È come se si trattasse di un incidente aereo, con pezzi di lamiera sparsi tutti intorno» ha detto il sindaco di Corato, Massimo Mazzilli.  

In Italia ci sono molte linee a binario unico?
In Sicilia sono quasi tutte a binario unico: 1.247 chilometri su 1.420. In Italia si è investito molto sulle Frecce e poco o niente sui treni dei poveri, intercity o convogli per i pendolari. Nel 2007 tra Roma e Milano viaggiavano 17 Eurostar. Adesso sono un’ottantina. I dati del 2014 mostrano ricavi per 113 milioni e una crescita passeggeri dell’8%. Nel mondo dei treni per poveri, i numeri dicono cose del tutto diverse: dal 2009 al 2015 sono stati chiusi 1.189 chilometri della vecchia rete, mentre ne sono stati costruiti 740 dell’alta velocità. Del resto, sui treni per ricchi si guadagna e su quelli per poveri ci si rimette. In altri tempi i buchi sarebbero stati riparati dallo Stato, ma lo Stato butta i soldi in tutt’altro modo e i dieci milioni di pendolari non sono una massa circoscrivibile dal punto di vista elettorale. Quindi, nella logica che muove le scelte politiche da una trentina d’anni a questa parte, non contano niente.