la Repubblica, 9 luglio 2016
Ci eravamo dimenticati che il Nuovo Centrodestra è un partito di centrodestra
«Il Nuovo Centrodestra è un partito di centrodestra», diceva l’altro giorno alla radio un facondo senatore di quelle parti. Che è come dire: il Tour de France si svolge in Francia; le città italiane si trovano in Italia; il Papa è cattolico; eccetera. Eppure un’ovvietà del genere, nell’assetto attuale della politica italiana, assume un certo rilievo e suona come un’interessante messa a punto, perché le torsioni tattiche e le alchimie di palazzo necessarie per dare un senso a questa legislatura tripartita, nata ingovernabile, fanno sì che, effettivamente, un partitello di centrodestra, che si chiama didascalicamente Nuovo Centrodestra, tenga in piedi (e al tempo stesso per il bavero) un governo di centrosinistra.
Ogni tanto ci si dimentica di questo trucco buono per coprire la totale impotenza non solo del Pd ma dell’intero Parlamento di formare, a suo tempo, un governo. Che il trucco sia utile non lo rende meno trucco; che risulti scandaloso a molti, che chiedono a gran voce le elezioni, è legittimo ma del tutto insufficiente. Lo scandalo vero è pregresso, è quel Ground Zero dell’efficienza istituzionale che si chiama Porcellum, è l’orribile clima di quel marzo 2013 con tre monconi di Italia che penzolavano separati e inerti e si beccavano come i polli di Renzo. Inevitabile risultato: tornano in auge, come arbitri del futuro, i Formigoni. Ce li siamo meritati.