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 2016  luglio 09 Sabato calendario

Chi è Maria Grazia Chiuri, nuovo direttore creativo di Dior

«Sono onoratissima di unirmi alla Maison Dior. È una grande responsabilità essere la prima donna a dirigere la parte creativa di una Casa così legata all’espressione della femminilità». È la prima dichiarazione ufficiale di Maria Grazia Chiuri da nuovo direttore creativo di Dior. Nel comunicato diramato ieri dalla Maison di Avenue Montaigne la Chiuri omaggia il marchio fondato da Monsieur Dior: «La grandissima ricchezza del suo patrimonio è una fonte di ispirazione costante per la moda di oggi», dice, ma conclude con una affermazione di autonomia: «E io mi rallegro di esprimerne la mia propria visione».
Niente più segreti, dunque, la notizia è finalmente ufficiale. Il riserbo è stato rotto da un «communiqué» della Maison stessa che sarebbe il sogno di ogni fashion designer: «Christian Dior annonce la nomination de Maria Grazia Chiuri en qualité de directrice artistique des collections de haute couture, de prêt-à-porter et d’accessoires féminins». Direttrice di quasi tutto, insomma.
Il comunicato era atteso alla chiusura delle Borse. La settimana dell’haute couture parigina era troppo importante per destabilizzare i mercati, specie in un momento in cui moda e finanza si sostengono l’un l’altra. E in effetti i «rumors» usciti il 23 giugno erano di quelli esplosivi, perché sì, di rivoluzione un po’ si tratta. In 70 anni di lussuosa storia la Maison Dior si affida per la prima volta a una donna e lo sottolinea nel comunicato: «Pour la première fois de son histoire».
Che la Chiuri sia anche italiana è un dettaglio in più ma non una novità (c’era già stato a lungo Gianfranco Ferré) però conferma che dopo la nouvelle vague inglese e belga la creatività nostrana è tornata ai massimi livelli, basti pensare a Givenchy che da anni splende con Riccardo Tisci.
Maria Grazia Chiuri, quindi, è l’ultima a ricevere il testimone di un mito della moda nato nel 1946 con Christian Dior e poi passato nelle mani di Yves Saint Laurent, Marc Bohan, Gianfranco Ferré, John Galliano, Raf Simons. Del licenziamento flamboyant di Galliano per frasi antisemite in stato di ubriachezza si sa tutto, meno dell’uscita improvvisa di Raf Simons nell’ottobre scorso. Tempo per scegliere dunque Monsieur Arnault (patron di Lvmh) ne ha avuto, e alla fine a entrare nel leggendario candido palazzo di avenue Montaigne 30 sarà lei, Maria Grazia Chiuri, 53 anni, un marito e due figli, 10 anni da Fendi e 16 da Valentino. Mamma sarta, origini pugliesi, studia allo Ied di Roma e comincia a lavorare negli accessori, settore che diventerà il volano commerciale di ogni marchio.
Per chi sa un po’ di moda il vero stupore non viene dal nome né dal sesso, piuttosto dal fatto che quel nome finora è sempre stato associato a un altro, Pier Paolo Piccioli, con cui la Chiuri ha lavorato ininterrottamente per 26 anni in un sodalizio professionale quasi unico in un mondo di individualità spiccate come questo.
Sono stati loro i primi, nelle rare interviste rilasciate, a definirsi «anomali» in quanto etero, con coniugi e prole. Si erano conosciuti a Firenze un po’ per caso, divennero amici e quando lei fu assunta da Fendi fece assumere anche lui. Era il momento d’oro delle Baguette e delle it-bag che fecero ripartire i sogni delle donne e i conti delle case di moda.
Li notò Valentino, che li volle per rilanciare scarpe e borse, e furono così bravi che nel 2008, quando si ritirò, lasciò nelle loro mani anche l’haute couture. Manco a dirlo, fu un successo. Al debutto in sfilata lo stilista stesso si presentò in sala e diede loro «10 e lode».
Per dire che la Chiuri sarà certamente emozionata a disegnare Dior, ma avere accontentato un «Imperatore» regnante come Valentino qualche sicurezza gliela deve avere data.
Quello che tutti si chiedono, piuttosto, è come faranno Chiuri e Piccioli l’uno senza l’altro. A sentire loro, hanno sempre lavorato talmente in sintonia che non ricordano più chi ha disegnato un abito, chi l’altro. C’è chi dice avessero voglia di provare ciascuno la sua strada. Piccioli resta da Valentino come direttore unico e certo si faranno un po’ concorrenza. Meglio per tutti, sarà una gara di bravura.