La Repubblica, 10 luglio 2016
«Non chiedetemi di sposare gay e lesbiche». Intervista al sindaco di Rovigo, quello che si rifiuta di celebrare le Unioni civili
«E se un bel giorno si presentano in tre? O se qualcuno viene qua con un cavallo e vuole sposare quello? Mai e poi mai, con la fascia da sindaco, celebrerò il matrimonio tra due persone dello stesso sesso. Ci sono problemi molto più importanti da affrontare».
Massimo Bergamin, leghista, lei è sindaco di Rovigo da un anno.
È un Comune da 52 mila abitanti. A quali problemi si riferisce?
«Ci sono le buche sulle strade, i quartieri poco illuminati, c’è la sicurezza. Avete idea di quanti cittadini vengono da me ogni giorno a chiedere lavoro? Questo governo politicamente abusivo si potrebbe occupare meglio di queste dinamiche invece di pensare ai matrimoni tra gay».
Qui però stiamo parlando di diritti civili.
«Io credo nei diritti civili e difendo le persone che vogliono avere una vita normale pur convivendo. Non mi interessa ciò che fanno a letto, quindi non chiedetemi di sposare gay e lesbiche».
Questa ora è una legge dello Stato e va applicata. Come farà?
«Delegherò a qualche altro consigliere o inviterò il premier Matteo Renzi a celebrare le nozze».
La sua obiezione è dovuta a motivi religiosi?
«Cultura, religione e principio: una coppia non può essere formata da due persone dello stesso sesso. C’è qualcosa che non va. C’è un corto circuito».
Qualche motivazione più concreta?
«É un atto formale che rende possibili situazioni che non sono ammissibili, tipo l’adozione».
E se qualcuno arriva in municipio chiedendo che sia sancita l’unione?
«Gli stringo la mano ma non sposo nessuno. Qualcuno lo farà ma non sarò certo io».
È già successo nel suo Comune?
«Quando è scoppiata la polemica su questo caso mi è giunta voce che due ragazzi volessero venire a sposarsi. Ma è rimasta una voce. Io non ho visto nessuno».
Lei è anche vicepresidente della Liga Veneta-Lega Nord. Siamo sicuri che non sia una posizione imposta dal partito?
«La posizione della Lega, in merito, è ben chiara. Noi siamo per i diritti civili. Anzi, siamo i primi a batterci per questi diritti ma crediamo che il matrimonio sia possibile solo tra un uomo e una donna».